La piaga dello “svuotamento” dei villaggi



Quali sono i cambiamenti in atto nelle campagne cinesi e in che modo impattano il processo di urbanizzazione in corso? L'inchiesta di Deng Weihua, pubbicata nel settembre 2012 sul 经济参考报 Jingji cankao bao.

In seguito al rapido avanzamento dell’urbanizzazione, ogni tipo di risorsa, inclusa la terra, è stata prontamente assimilata, raccolta e nuovamente organizzata. Questo processo ha prodotto un fenomeno economico-sociale molto peculiare: diversi terreni rurali sono ormai in disuso, i piccoli villaggi si sono svuotati e le conseguenti demolizioni sono divenute una questione sociale molto delicata e di difficile risoluzione.
Esaminando queste complesse contraddizioni e il caos che ne deriva, abbiamo scoperto che in tutte le campagne cinesi è silenziosamente in atto una nuova trasformazione del territorio che va a costituire un importante aspetto all’interno dello sviluppo dell’urbanizzazione in Cina. Vi presentiamo un’analisi approfondita, costituita da quattro parti, su cui attiriamo la gentile attenzione dei lettori. Il tema generale è: la  riconversione”  della terra, ovvero le trasformazioni nelle zone agricole in rapporto all’urbanizzazione.

Rovine, erbacce incolte, cancelli chiusi, case disabitate... Non sono gli scenari delle lande confinanti con il deserto dei Gobi, ma scene reali delle campagne mediorientali cinesi.
In seguito alla forsennata urbanizzazione e industrializzazione degli ultimi anni, vaste porzioni della popolazione contadina si sono riversate nelle città e nelle aree circostanti, generando un fenomeno di “svuotamento” dei molti villaggi distanti dai centri urbani.
Il risultato è stato che molti terreni residenziali rurali [terreni edificabili non destinati ad uso agricolo, ndt] e gli edifici che vi sono stati costruiti sono disabitati da anni, le costruzioni sono abbandonate e in piena rovina. Questa non è solo una “malattia cronica” che influisce sulla riorganizzazione delle campagne. È un enorme spreco di preziose risorse del territorio.

La percentuale di case abbandonate nei villaggi non accenna a diminuire

La contea di Rushan, nella provincia dello Shandong, si trova nella penisola di Jiaodong, che riunisce circa trenta diverse unità amministrative, tra contee e città. A sud di Rushan ci sono i villaggi sulla costa, a nord quelli di montagna.
Un’indagine condotta dall’amministrazione della contea sulla popolazione rurale, ha evidenziato che la percentuale di case abbandonate nella maggior parte dei villaggi vicini al mare è intorno al 10 per cento ma, nei villaggi settentrionali delle aree di montagna - economicamente più deboli - arriva orientativamente al 26 per cento, con punte che si avvicinano  al 40, talvolta addirittura al 50 per cento.
Il nostro inviato si è recato nel villaggio di Chushuya, nel paese di Wuji nella contea di Rushan. Nel villaggio, confusi tra le abitazioni ancora oggi in uso, ci sono centinaia di terreni residenziali, molti dei quali abbandonati. Molte case sono già diroccate e ne rimangono solo le rovine; in alcuni casi sono sopravvissute solo le forme geometriche delle fondamenta, come fossero  “cicatrici” aperte su questa splendida terra.
A circa venti metri da piazza della cultura popolare, ci sono tre terreni abbandonati uno di seguito all'altro, divisi dai resti dei muretti di cinta in mattoni. Tra questi ce n’è uno con un appezzamento coltivabile; da lì, proseguendo verso sud, si incontra un’altra costruzione diroccata e disabitata da anni.

Il proprietario è Wang Hongyou, 63 anni. Sul terreno abbandonato c’era l’abitazione di mattoni e fango lasciatagli dai genitori, una costruzione con decine di anni alle spalle. Ora Wang vive con la moglie in una casa più attrezzata, sempre nello stesso villaggio. Il terreno con l’orto appartiene invece all’ottantenne Wang Shusheng. Lavorava nella Cooperativa per le provviste e per la vendita di Wuji, ma dopo essere andato in pensione si è trasferito dalla figlia e il suo terreno è rimasto incolto per anni.
Wang Shuli, segretario di zona del Partito, ha dichiarato che nel villaggio ci sono circa seicento terreni residenziali. Tra questi, circa centocinquanta edifici e altrettanti terreni sono abbandonati da anni. Lo spopolamento, a suo dire, è una delle cause. La gente lascia il villaggio e la popolazione è in costante diminuzione. Se si aggiunge la mortalità, le case vuote sono sempre di più.

Uno svuotamento di tali proporzioni sta avvenendo anche nella provincia dello Hubei, nella Cina centrale. Qui, il remoto villaggio di montagna di Jiangfu, nel paese di Sanxi - contea di Yangxin, municipalità di Huangshi -  ha giurisdizione su 21 unità agricole, per un totale di 818 nuclei famigliari e di 3598 persone. La terra coltivabile si estende per 3169 mu [circa 211 ettari, n.d.t.], per cui di media le persone possono coltivare meno di 1 mu [666 mq,  n.d.t.] a testa.
Negli ultimi anni, il continuo processo di edificazione di una “nuova campagna”, ha spinto i contadini a spostarsi gradualmente lungo le vicine strade di recente costruzione e a erigere lì le loro case. Ovunque sono arrivate le strade, sono comparse le case.
Se a questo si aggiungono i contadini che si allontanano per lunghi periodi per essere assunti nei cantieri, quelli che si trasferiscono in città e le persone anziane che muoiono per cause naturali o altri fattori, [è evidente che la problematica del]lo “svuotamento” dei villaggi si fa sempre più seria.
Il segretario locale del Partito, Ming Daoxiang, sostiene che negli ultimi anni nel villaggio le vecchie case abbandonate sono sempre di più. E non possono essere abbattute né vendute, così sono divenute pericolanti.
Dopo la costruzione della strada, i contadini vi si sono riversati come uno sciame di api per costruire case nuove, causando uno spreco di risorse agricole e, non ultimo, minando la sicurezza nel villaggio. Nel momento di maggiore crisi, ben 80 famiglie avevano abbandonato le vecchie case, una percentuale vicina al 10 per cento degli edifici.
«Qui la terra è linfa vitale. Prima del 2008, però, le vecchie case non potevano essere abbattute, così i contadini hanno occupato altra terra in modo disordinato e hanno costruito nuove case. Nel villaggio la terra coltivabile è diminuita in media di dieci mu (6660  mq n.d.t.) all'anno».
Al Comitato locale del Partito, Ming Daoxiang conta sulle punta delle dita: «Tra il 2002 e il 2005, in tutto il villaggio la terra coltivabile è diminuita di oltre 170 mu (circa 11,3 ettari, n.d.t.), pari alla superficie coltivabile di un’intera unità agricola. A questo ritmo fra non molto i contadini non avranno più i mezzi di sostentamento».

Le potenzialità dei villaggi vuoti oltrepassano cento milioni di mu

La questione dello “svuotamento” dei villaggi sta richiamando sempre più attenzione. Pubblicato alla fine di marzo 2012,  il “Rapporto di ricerca sullo sviluppo della campagne cinesi: la questione dello svuotamento dei villaggi e le strategie di soluzione” ha concluso che il fenomeno dello svuotamento dei villaggi di campagna è molto serio e richiede un’analisi complessiva dei “villaggi abbandonati” che prenda in esame le contraddizioni dovute allo squilibrio tra domanda e offerta della terra e promuova uno sviluppo coordinato tra città e campagne.
Il rapporto, redatto dall’Istituto di ricerca delle scienze geografiche e delle risorse naturali dell’Accademia cinese delle scienze, evidenzia che dopo più di trent’anni di apertura e riforme, in seguito ai veloci processi di industrializzazione e urbanizzazione, la popolazione permanente nelle campagne è diminuita costantemente, favorendo il fenomeno di “abbandono delle campagne e delle case vuote”.
Il problema dello “svuotamento” sta lentamente assumendo la forma di un vuoto che coinvolge abitanti, terra, proprietà e infrastrutture di base delle zone rurali. Il conseguente abbandono in grandi quantità dei villaggi è già da considerarsi una problematica di difficile gestione, se correlato al lavoro di edificazione della “nuova campagna” e di pianificazione dello sviluppo integrato tra città e campagne.
Esaminando 46 mila terreni residenziali e più di 6500 nuclei famigliari contadini dello Shandong e dello Henan, il gruppo di ricerca ha appurato che il numero di terreni lasciati in uno stato di abbandono è molto alto e che lo sfruttamento efficiente ed estensivo di aree annesse ai villaggi come le aie e i boschi, è estremamente basso. Prendendo l’esempio della contea di Yu chengshi, nello Shandong, la gestione dello svuotamento dei villaggi potrebbe portare a un aumento dei terreni agricoli che va dal 13 al 15 per cento.

Liu Yansui, ricercatore che ha partecipato al lavoro dell’Istituto di ricerca delle scienze geografiche e delle risorse naturali dell’Accademia cinese delle scienze, sostiene che sebbene il problema dello svuotamento delle campagne è comune anche negli altri paesi, in Cina la questione è di gran lunga più complessa e seria.
Lo svuotamento dei villaggi è causa diretta dell’aumento dei “tre abbandonati” [i bambini, le donne e gli anziani lasciati nei villaggi di campagna da genitori, mariti e figli che si spostano nelle città in cerca di lavoro, n.d.t.], dell’indebolimento della popolazione e dell’allontanamento dalla terra; danneggia gli equilibri demografici delle campagne e favorisce infine lo spreco delle risorse del territorio.
Il cuore del problema dei villaggi vuoti è l’abbandono, il degrado e l’inefficienza dei terreni residenziali. Stando ad alcune rivelazioni, «sulla base di stime e statistiche generali, se all’interno di un processo di urbanizzazione graduale fosse ultimata l’elaborazione di meccanismi di trasferimento della popolazione contadina e di requisizione e rivitalizzazione dei terreni in disuso, il potenziale che deriverebbe dalla gestione complessiva dei villaggi abbandonati in tutta la Cina raggiungerebbe i 114 milioni di mu [7,6 milioni di ettari, n.d.t.]».

Dang Guoying, studioso dell’Istituto di ricerca per lo sviluppo agricolo dell’Accademia cinese di scienze sociali, ha compiuto assieme ad altri esperti delle ricerche a Jiqian, contea di Guantao provincia dello Hebei. I risultati dello studio rivelano che a Jiqian circa il 39 per cento delle terre non è utilizzato in modo efficiente. Nel villaggio ci sono circa 400 terreni residenziali, una media di uno ogni 1,9 residenti.
Tenendo conto che ci sono situazioni in cui le abitazioni non vengono utilizzate appieno, il livello di sfruttamento proficuo delle risorse territoriali si abbassa ulteriormente. Calcolando una media di un terreno ogni 4 persone residenti, questo villaggio potrebbe risparmiare circa il 52 per cento dei terreni residenziali, che potrebbero essere destinati ad altro uso.
Al di là della situazione di Jiqian, Dang Guoying e gli altri ricercatori hanno preso in esame più di trenta tra villaggi e unità amministrative delle regioni dello Hubei, dello Shanxi, del Guangdong, dello Henan e del Ningxia. Analizzando questi dati, sono giunti alla conclusione che la somma delle superfici abbandonate nei villaggi cinesi supererebbe i cento milioni di mu [circa 6 milioni e mezzo di ettari, n.d.t.], un diciottesimo delle terre coltivabili di tutto il territorio nazionale.

Lo sfruttamento intensivo dei terreni abbandonati: difficoltà

Oggi lo spreco di terra causato dallo “svuotamento” dei villaggi è davvero impressionante. Il fenomeno è riconducibile all’attuale normativa sulle transazioni dei terreni residenziali e sui diritti di proprietà immobiliare. Se si considera anche che la superficie occupata dalle unità residenziali è generalmente di piccole dimensioni e che la distribuzione sul territorio non è omogenea, emergono tre problemi inerenti al potenziale sfruttamento intensivo dei terreni abbandonati.

La prima questione è quella del riconoscimento del diritto a più case per ogni nucleo familiare. I risultati di una ricerca sui modelli residenziali nelle zone rurali di Rushan hanno evidenziato come sul territorio amministrato dalla contea, ben 30704 (circa il 75 per cento del totale) delle  case (e dei terreni residenziali) abbandonati fanno parte di patrimoni ereditati.
In termini generali, chi possiede abitazioni vuote appartiene alla categoria di “nuclei famigliari con più di un’abitazione”. Questa situazione contrasta con il 62esimo articolo della “Legge sulla gestione della terra”, dove viene stabilito che «nelle aree rurali, ogni nucleo familiare ha diritto a un solo terreno residenziale, la cui superficie non può superare gli standard stabiliti dalle normative centrali, provinciali o previste dalle regioni autonome».
Liu Jianhua, vice direttore dell’Ufficio per l’edificazione di Rushan, con un’attenta analisi ha individuato tre modelli  ereditari per le residenze disabitate.
Il primo è il tipico esempio di “nucleo familiare con più di un’abitazione”, ovvero dove c’è una linea di successione dal padre - o dai famigliari deceduti – all’erede; il secondo caso, denominato “nucleo familiare esteso con più di un’abitazione”, è quello in cui la figura paterna o i famigliari sono ancora in vita ma abitano assieme all’erede da molto tempo; il terzo e ultimo caso, è quello in cui l’erede si è trasferito, o risiede da lungo tempo, nelle aree urbane.
Zhao Lihe, ingegnere senior dell’Ufficio per le risorse del territorio della municipalità di Huangshi, nella provincia dello Hubei, ha rivelato che nella sua regione i casi di “nucleo familiare con più abitazioni” e di “terreni che non rispettano gli standard stabiliti” sono estremamente comuni.
Diversamente dai casi dei terreni residenziali abbandonati, la maggior parte dei quali sono legalmente riconosciuti, molti eredi hanno occupato e costruito case su suolo pubblico destinato a altri progetti di edificazione e a volte persino su terreni agricoli.
In pratica ci sono molti casi di costruzioni abusive, sul cui riconoscimento non sono ancora state emesse sentenze. Questo è un problema irrisolto all’interno del lavorodi registrazione e di riconoscimento dei diritti di usufrutto sui terreni residenziali nelle campagne attualmente in corso.

La seconda questione deriva dalla difficoltà di sfruttare i terreni residenziali perché distribuiti in modo disomogeneo. Il sindaco del paese di Dagushan (contea di Rushan), Liu Peigen, spiega come, stando alle politiche attuali sullo sfruttamento dei terreni residenziali rurali abbandonati, il governo centrale sostiene principalmente la politica di “aumento e riduzione coordinati” [la politica mira ad aumentare le aree edificabili nelle zone urbane e a diminuirle nelle aree rurali attraverso la demolizione di vecchi edifici e la riconversione e il recupero dei terreni agricoli, n.d.t.].
Tuttavia, in termini generali, questa politica richiede l’unione di più appezzamenti per riorganizzare la terra e destinarla all'agricoltura, mentre la maggior parte delle aree di unità residenziali abbandonate sono generalmente di piccole dimensioni e disseminate sul territorio in modo frammentato.
Questo problema le rende poco adatte alle condizioni imposte dalla politica di “aumento e riduzione coordinati” e impedisce la richiesta di fondi per la riorganizzazione e il ripristino delle aree coltivabili.
La terza e ultima questione è legata alla mancanza di fondi per il riscatto delle proprietà. Li Lingyun, vice direttore dell’Ufficio delle risorse del territorio di Laixi (provincia dello Shandong), ha affermato che, secondo la normativa nazionale, i terreni in eccesso dei “nuclei famigliari con più abitazioni” dovrebbero essere restituiti alla collettività di ogni villaggio senza vincoli di risarcimento.
Al contrario, per la normativa disposta dalla legge sulla proprietà, i diritti di proprietà sugli edifici nei terreni residenziali appartengono agli eredi. Questi ultimi, in caso di requisizione, vanno compensati. Tuttavia, i villaggi con un’alta concentrazione di terreni residenziali abbandonati sono quelli più distanti dalle grandi aree urbane e sono dotati di un’economia debole. La comunità non ha quindi la capacità di reperire le risorse necessarie alla compensazione e i governi locali non hanno ricevuto le direttive politiche né il supporto finanziario, per riscattare le proprietà.

In passato Liu Jianhua è stato per cinque anni il sindaco di un paese. Durante il suo mandato ha lavorato duro per raggiungere dei risultati e ancora oggi è un responsabile dell'organizzazione del lavoro di edificazione nelle campagne. Malgrado non riesca ad accettare lo spreco dell’abbandono al degrado dei terreni residenziali rurali, non può fare altro che sospirare tristemente: «so perfettamente dove sono i terreni vuoti, ma non posso fare niente. Posso solo agitarmi senza ottenere risultati».

Le carenze nella pianificazione e la mancanza di norme a cui attenersi

«Ho lavorato tutta la vita all’organizzazione e alla pianificazione del territorio e ciò che mi ha ferito in questi anni è che la pianificazione nelle campagne è stata fatta male. Questo significa che la maggior parte del territorio cinese ha carenze in materia di pianificazione territoriale. In molti villaggi il lavoro delle amministrazioni è privo di basi, come un albero senza radici». A parlare è Zhao Lihe, ingegnere senior dell’Ufficio delle risorse del territorio della municipalità di Huangshi, nella provincia dello Hubei.

Di fatto in Cina, la maggior parte della terra è concentrata nelle campagne; e dalla campagna dipende la ricerca dei margini esistenti di sviluppo del territorio attraverso lo sfruttamento dei terreni residenziali e la gestione dello “svuotamento” dei villaggi.
Quello che il nostro inviato ha appurato con le interviste condotte nello Shandong, nello Hubei e in altre regioni, è che proprio perché molti villaggi sono sprovvisti di una pianificazione ufficiale, l’edificazione di nuovi insediamenti residenziali, delle strade, degli allacci all'acqua e all'elettricità e di altre infrastrutture base, non ha  una normativa a cui fare riferimento. Esiste quindi un’ulteriore difficoltà da superare, che interferisce con il lavoro di riorganizzazione e di sfruttamento dei terreni residenziali in stato di abbandono.
Stando alla normativa contenuta nella “Legge sulla pianificazione territoriale”, «i governi locali di livello superiore alla contea si assumono l’incarico della preparazione dei piani territoriali nelle campagne, definendone anche le aree coinvolte, sulla base del grado di sviluppo sociale ed economico dei villaggi, delle condizioni specifiche locali e di un principio di sviluppo razionale.
Il lavoro di definizione delle aree rurali e dei villaggi coinvolti deve attenersi alla pianificazione approvata in questa legge; il lavoro di edificazione nelle aree rurali e nei villaggi inclusi nella pianificazione territoriale deve essere conforme alle necessità della pianificazione.
I governi locali di livello superiore a quello della contea devono incoraggiare e indirizzare la suddetta normativa nelle aree rurali e nei villaggi non inclusi nella pianificazione territoriale, affinché questi possano preparare e attuare i piani regolatori nelle regioni in questione».
Proprio perché la legge non copre rigidamente la pianificazione territoriale in ogni villaggio rurale, ci sono casi di zone prive di piani regolatori.

Dalle oltre dieci interviste realizzate dal nostro inviato nello Shandong e nello Hubei, emerge il seguente quadro: nei paesi la pianificazione territoriale è già completata. Diversamente, solo i villaggi delle aree adiacenti alle contee o alle città sono parte di un piano regolatore. Tutti gli altri villaggi rurali ne sono privi, cosa che rende difficile qualsiasi trasformazione.
Liu Jianhua, vice direttore dell’Ufficio per l’edificazione di Rushan nella provincia dello Shandong, è il responsabile dei progetti di edificazione nei paesi e nei villaggi. Sostiene che negli anni Ottanta a Rushan fu approvato un piano di zona per i villaggi, ma questo risultò ben presto superato.
Negli ultimi cinque anni, il lavoro di edificazione nelle campagne ha ripreso vigore, concentrandosi sulla terra. All’interno del processo di edificazione della “nuova campagna” devono trovare spazio grandi quantità di infrastrutture, impianti di pubblico interesse e nuove abitazioni.
Così anche buona parte dei villaggi ha realizzato una semplice pianificazione territoriale, ma troppo spesso  non è stata sottoposta a professionisti autorizzati e manca quindi di un fondamento legale e di coordinamento con i piani generali per lo sfruttamento del territorio, nonché con i dipartimenti competenti, come quelli delle risorse del territorio, dell’edificazione e della pianificazione. Ecco perché le autorizzazioni per la pianificazione territoriale non sono state rilasciate e il risultato non è sufficiente.
Hu Mingzhao, capogruppo della sezione esecutiva dell’Ufficio delle risorse del territorio di Lichuan nella provincia dello Hubei, ci ha riferito che la grande maggioranza dei villaggi nella sua giurisdizione non è coperta da piani territoriali ufficiali. Questa è una delle principali ragioni che ha permesso ai quadri e ai contadini di spartirsi liberamente i terreni residenziali – almeno in alcune parti dei villaggi - distruggendo e costruendo a proprio piacimento e portando a termine costruzioni non autorizzate.

La “Legge sulla pianificazione territoriale” stabilisce che «gli organi del Governo popolare a tutti i livelli devono contenere i costi di organizzazione e di gestione della pianificazione territoriale nell’ambito delle rispettive previsioni di spesa».
Tuttavia, il nostro inviato ha appurato con le sue interviste che i governi locali mancano chiaramente di determinazione nel preparare le previsioni di spesa per l’organizzazione di piani regolatori nei villaggi, perché l’esperimento della politica di “aumento e riduzione coordinata” ha requisiti alti ma pochi indicatori. E perché la gestione dello “svuotamento” dei villaggi manca di una politica di sostegno e delle direttive ufficiali del Governo centrale.
Oltretutto, generalmente, più i villaggi hanno un alto livello di “svuotamento” e ampi margini per lo sfruttamento e la gestione dei terreni residenziali, più subiscono un indebolimento economico e recepiscono entrate collettive minime. E per questo che non hanno gli strumenti per fronteggiare le spese per i piani di zona, i sopralluoghi, i disegni e l’organizzazione del lavoro. Sono tutti lavori per cui di norma le unità di progettazione professioniste chiedono  decine –se non centinaia- di migliaia di yuan.

Per fare fronte alla rappresentazione realistica secondo cui “in Cina, la maggior parte del territorio è carente in materia di pianificazione”, Zhao Lihe, Hu Mingzhao e altri quadri di livello inferiore suggeriscono che, sulla base della situazione economica delle singole aree nella Cina orientale, centrale e occidentale, lo Stato dovrebbe intraprendere una politica di “premi ai più operosi” su vari livelli, in modo da incentivare l’organizzazione del lavoro di pianificazione territoriale nei villaggi.
Gli organi locali per l'amministrazione finanziaria potrebbero così ricorrere agli appalti e selezionare una o due unità di progettazione in grado di preparare insieme una serie di piani territoriali di natura economica per i villaggi, che abbiano lo scopo ultimo di iniziare a trattare il problema dello “svuotamento” dei villaggi e avviare lo sfruttamento intensivo dei terreni residenziali.
Secondo Zhang Dailing, Segretario del Partito della municipalità di Penglai, la realizzazione della pianificazione nei villaggi deve avvenire a piccoli passi, sulla base del volere dei contadini ed evitando a tutti i costi politiche affrettate e drastiche.
Realizzare una pianificazione nei villaggi non significa nella maniera più assoluta che ogni villaggio deve avere un proprio piano di zona. In quei villaggi dove c’è un alto livello di case vuote si potrebbe individuare un villaggio centrale attorno al quale radunare altri villaggi “svuotati” e creare così un unico grande soggetto. In alternativa si potrebbe istituire un gruppo composto da esponenti del Partito di diverse aree- o altre forme di gruppi pluralisti - per unire e concentrare gli sforzi sulla pianificazione.
Infine, nei casi in cui parte dei contadini dovesse opporre resistenze o ci si trovasse di fronte un villaggio in cui non c’è grande necessità di una pianificazione, si potrebbe interrompere temporaneamente il lavoro di preparazione e aspettare che le condizioni siano mature per riprendere il discorso.
Ming Daoxiang, segretario locale del Partito nel villaggio di Jiangfu, nel paese di Sanxi, contea di Yangxin, nonché membro dell’Assemblea popolare provinciale dello Hubei, insieme a Wang Zuwen, direttore del Dipartimento delle risorse del territorio del paese di Sanxi, ritiene essenziale che la realizzazione della pianificazione territoriale nei villaggi sia conforme al piano generale di sfruttamento del territorio, affinché possano essere creati dei legami con i dipartimenti competenti, come quello delle risorse territoriali, dell’edificazione, dei trasporti, della pianificazione e dell’agricoltura.
Solo così si potrà usufruire in modo complessivo del supporto politico e finanziario dei vari dipartimenti e, partendo dalla questione della pianificazione, sarà possibile concentrare le forze di tutte le parti e conseguire infine la trasformazione e lo sviluppo intensivo delle deboli economie dei villaggi.

(10 settembre 2012)

[Foto di copertina: Xigua, Zaijietou]

Tradotto da Mauro Crocenzi, 10 Maggio 2013