I film cinesi all’estero (parte 2)



Ormai da anni i film d'autore cinesi spopolano nelle maggiori rassegne internazionali. Ma come è possibile promuovere il cinema d'autore in Cina, dove il mercato è monopolizzato da un ristretto numero di film commerciali? Per far sviluppare il cinema d'autore in Cina servirebbe un contesto più favorevole, un po' più di spazio, inclusi soggetti diversi. Seconda parte dello speciale del Nanfang Zhoumo sulla presenza cinese al Festival del cinema di Berlino.


Un forte sviluppo genera sempre più film brutti?

“Visto l'interesse suscitato dai film commerciali, un numero sempre maggiore di giovani registi preferisce girare film di questo genere, rinunciando a quelli d’autore. Ciò provoca un inaridimento nella creazione di pellicole d'autore e una crescente diminuzione di film impegnati. I soggetti cinematografici presenti sul mercato si stanno gradualmente omologando a tre categorie principali: film di guerra, d'azione e d'amore”, spiega Jacob Wong al giornalista del Nanfang Zhoumo.

Secondo Wong, l'attuale andamento del mercato del cinema cinese è simile a quello coreano. L'irruenza dell'industria dell'intrattenimento e del cinema commerciale coreano ha provocato un incessante declino del cinema indipendente. I film indipendenti coreani non rispecchiano in alcun modo la vita reale del popolo e, se descrivono la società, raccontano sempre storie drammatiche di persone sofferenti che vivono situazioni difficili. Wong prosegue affermando che lo stesso discorso vale anche per il cinema d’autore giapponese, “un contesto sociale eccessivamente sviluppato genera film brutti”. Wong ha realizzato che quando seleziona i film in Giappone, quelli d’autore, oggi, parlano soprattutto di fatti personali. La descrizione dei dettagli diviene eccessivamente minuziosa e si concentrano soltanto su poche cose, restringendo sempre di più il campo visivo.

L'interesse suscitato dal mercato dei film commerciali cinesi ha spinto, fin da subito, gli investitori a finanziare soprattutto le pellicole più commerciali, piuttosto che rischiare di perdere denaro nei film d'autore. Quando Lou Ye ha girato “Blind Massage”, si è paventato il rischio di un fallimento finanziario, tanto che sono stati quasi a costretti ad interrompere le riprese del film. Il produttore ha però tenuto duro, è riuscito a far ripartire i finanziamenti e, dopo aver superato non poche avversità, è riuscito alla fine ad evitare il peggio.

“Blind Massage” è un film nato da una collaborazione sino-francese. Tuttavia solo una piccola parte degli investimenti provengono dalla Francia mentre la maggior parte vengono dalla Cina continentale. Gli investimenti dall'estero sono di norma stabili, molto spesso è invece a livello nazionale che si riscontano le maggiori difficoltà nel reperire fondi. “Secondo alcuni investitori, il pubblico cinese non sarebbe interessato a vedere un film su un non vedente. Io ritengo che questa argomentazione sia irragionevole”, ha spiegato Lou Ye al giornalista del Nanfang Zhoumo.

Secondo registi come Lou Ye e Gu Zhangke, un altro ostacolo proviene dalla censura. “Blind Massage”, che ha già ricevuto l’approvazione del governo per poter essere proiettato nelle sale cinematografiche cinesi, è ancora in attesa di conoscere la data di uscita. Lou Ye non ha certezze per quel che riguarda le scene violente o di sesso che potrebbero essere tagliate. “Io faccio di tutto per collaborare e ritengo che non sia un gran problema. Questo non è un film di sesso o di violenza. Ma se la censura compromettesse l'intero linguaggio filmico, mi opporrei”. E’ molto probabile che “Blind Massage”, come accaduto già in passato, ottenga critiche entusiaste nel corso di festival internazionali e l'apprezzamento del pubblico europeo, ma non è detto che avvenga lo stesso in Cina. La rivista “Variety”, in un suo articolo, non era così ottimista su un eventuale successo al botteghino cinese, aggiungendo che questi “film da festival” generalmente suscitano invece un certo sgomento.

Come Ning Hao, Gu Zhangke e Lou Ye sono anche autori dei loro film. Il primo si rivolge al grande pubblico, mentre Lou Ye e Gu Zhangge hanno scelto un pubblico più di nicchia. Il loro personale punto di vista e la loro visione del mondo, della società, dei sentimenti e degli ideali, potrebbero non adattarsi a quelli della maggioranza del pubblico.

Le esigenze nel creare un’opera d’arte differiscono da regista a regista. Alcuni di essi ritengono che il fatto che il proprio film sia visto da ventimila persone sia già sufficiente. L’importante, per loro, è che dopo averlo visto al pubblico rimanga qualcosa. Altri pensano che sia sufficiente solo il fatto che un loro film piaccia. Secondo Jacob Wong, anche all'estero si riscontra questa tendenza. Anche i film di registi giapponesi, francesi e tedeschi, apprezzati nei vari festival del cinema, quando sono proiettati nei loro rispettivi paesi, non riscuotono un grande successo al botteghino. Questa, quindi, non è una prerogativa solo cinese.

Queste dinamiche non interessano affatto Lou Ye. “Il fatto che oggi i film vadano alla ricerca del consenso popolare è una realtà diffusa in tutto il mondo. E ormai è diventata una consuetudine. È  possibile che alcuni registi non ottengano successo in patria, ma lo ottengano all'estero. È un fatto piuttosto comune". Lui resta fiducioso. Quando nel 2000 girò “Suzhou River”, fu uno dei film d'autore campione di incassi in tutto il mondo. Stando a quello che dice il produttore,  questo film genera ancora oggi incassi.

Lou Ye ritiene che sia importante che la Cina sia diventata la seconda potenza mondiale nel mercato cinematografico. Ma questo non dipenderebbe da chi fa i film, ma dal pubblico cinese. La domanda di intrattenimento creata dal pubblico cinese ha messo in moto il mercato, tanto che i “film scadenti”, quelli che i critici spesso nemmeno considerano, ottengono risultati sbalorditivi al botteghino.

“Le difficoltà sono quindi nel decidere il modo in cui girare un film e che film realizzare?” Lou Ye risponde: “È  necessario scendere a compromessi col botteghino. Se chi fa film non si adegua, quando il pubblico si stancherà di vedere film scadenti e avrà voglia di vedere dei veri film, quanti ce ne saranno ancora di eccellenti? Se non ce ne fossero più, sarebbe un fatto triste non solo per i film d’autore cinesi e per tutti coloro che lavorano nell'industria del cinema in Cina, ma anche per lo stesso pubblico.

I film cinesi sono ancora principalmente pensati per il mercato cinese. E questo è un vero peccato.

L'altra faccia della medaglia.

Per il produttore francese David Atlan-Jackson questo è un “periodo buono” per i film d'autore cinesi. “Il considerevole aumento delle vendite al botteghino - ha spiegato con estrema fiducia al giornalista del Nanfang Zhoumo - è sintomo di una più forte domanda da parte del pubblico. Un numero sempre maggiore di produzioni farà film simili tra loro per attrarre sempre più spettatori. Col tempo, però, gli spettatori si stuferanno di questo genere di film. Alla fine, si affermerà una nuova estetica ed emergeranno esigenze differenti. Una situazione che spingerà chi produce e distribuisce film a ricercare qualcosa di diverso per soddisfare il gusto del pubblico, mettendo fine a questa cieca ricerca del kolossal o del cast pieno di stelle. Il cinema cinese si svilupperà: la diversità è la chiave di tutto”.

Jackson è il direttore di Backup Media, una società francese che raccoglie fondi privati per finanziare la produzione e la distribuzione di film d'autore. La società è stata fondata nel 2003 ed ha un portafoglio di oltre cinquemila investitori. La maggior parte di essi non è gente del settore e sono solitamente molto cauti quando investono. Per questo motivo, all'inizio, Backup Media investiva solamente in film d'autore francesi, considerati "più sicuri". Successivamente, ha iniziato a puntare su film provenienti anche dal resto d’Europa; alla fine ha cominciato ad interessarsi a tutte le regioni del mondo. Backup Media, ogni anno, finanzia la produzione e/o distribuzione di oltre cinquanta film; tra questi figurano anche il film austriaco “Amour” ed il film iraniano “A Separation” entrambi vincitori  del premio Oscar per il miglior film in lingua straniera, rispettivamente nel 2013 e nel 2012. Prima di “A Separation”, i film asiatici non erano oggetto di interesse da parte della società francesi.

A partire dal 2013, il fiorente mercato cinese ha attirato Jackson e il suo gruppo. Il loro ambizioso obiettivo è quello di avere successo anche nel mercato del cinema d'autore asiatico. La prima mossa è stata invitare Lorna Tee ad unirsi a Backup Media, come responsabile della regione asiatica. Lorna Tee in passato ha occupato la posizione di alto dirigente del dipartimento distribuzione della compagnia creata da Andy Lau Tak-Wah, la Focus Film Limited. Successivamente, è diventata direttore generale del fondo d'investimento asiatico, Irresistible Films, fondato da William Kong. Lorna Tee è una delle persone che conosce meglio il mercato asiatico.

Oggi il suo lavoro consiste nel telefonare ai registi, ai produttori e alle compagnie cinematografiche per controllare cosa stanno facendo, verificare a che punto sono arrivate le riprese, calcolare il budget, valutare le sceneggiature, trovare progetti in cui la società possa investire, per poi invitare la parte europea e quella asiatica a sedersi ad un tavolo e discutere sulle potenzialità di questi film nel mercato internazionale.

Nei piani di investimento di Backup Media, nel 2014, è apparsa la “silhouette della Cina” - hanno stretto un accordo con i produttori, entrando nella co-produzione sino-francese "The Lady in the Portrait" [Huakuang zhong de nüren], che annovera come protagonista la nota attrice cinese Fan Bingbing. Prima della 64esima edizione del Festival di Berlino, quando “Black Coal Thin Ice” è stato selezionato per il Sundance Film Festival, Backup Media ha cercato di aggiudicarsi i diritti di distribuzione all'estero del film. Alla fine l'ha spuntata, però, un distributore più avvezzo alle regole del gioco del mercato cinese.

“Uno dei grandi vantaggi dei film asiatici - ha dichiarato Jackson - sono i costi bassi delle riprese”. Bassi costi che si traducono in percentuali di guadagno elevate. “I film asiatici, in particolare quelli cinesi, sono ancora pensati principalmente per il mercato cinese. Questo è un vero peccato”. L'obiettivo attuale di Jackson è quello di costruire con i film asiatici un modello di cooperazione, far sì che il mondo intero impari ad apprezzare il cinema cinese.

Jackson ha dichiarato che la realtà è davvero spietata. A Parigi, ogni settimana ci sono quindici film proiettati nelle sale, ma nessuno aspetta con ansia di vedere un film cinese: “Il denaro non è la cosa più importante. Quello di cui dobbiamo assicurarci ora è che questi film possano realmente accedere al mercato”.

La cosa più importante è trovare il regista giusto: “Tutti vogliono guardare i film di Feng Xiaogang e di Ning Hao, perché il pubblico sa che le loro opere sono interessanti. Tutte le pellicole frutto di una co-produzione tra Cina e un paese straniero hanno questo tipo di ‘cultura del regista’. In fondo, ci coinvolgono le stesse tematiche, come ad esempio l'amore o il cibo. Quello che dobbiamo fare è capitalizzare rapidamente questo fenomeno. Attualmente, è proprio in questo che l'industria del cinema è carente”.

Jackson ritiene che il regista preferito dagli investitori stranieri sia Jiang Wen, “lui è una persona in grado di raccontare una storia da un diverso punto di vista”. L'obiettivo di Jackson e dei sui collaboratori è quindi quello di scovare il prossimo Jiang Wen, avvicinarlo e collaborare con lui.

Per promuovere un film sul mercato internazionale, c'è da fare molto lavoro: modificare la sceneggiatura, formulare l'investimento, trovare un agente affidabile che si occupi del marketing nel mercato internazionale e che, successivamente, porti il film a qualche festival, come quello di Berlino, come primo banco di prova.

In alcuni casi, grazie alle proprie conoscenze, gli agenti trovano un giornalista o qualche media e passano loro informazioni, facendo in modo che siano loro stessi a creare interesse intorno al film, “creando una sorta di sensazione di attesa da parte della gente”. Jackson sostiene che “cose come la giusta locandina o il giusto trailer sono fondamentali”.

L'intero lavoro richiede almeno tre mesi. Con i film asiatici però non funziona così. “Loro pensano a queste strategie solo a ridosso dei festival, ma bisogna iniziare a realizzare il tutto sei mesi prima dell'inaugurazione di un festival del cinema. Una pubblicizzazione fatta all'ultimo minuto ha scarse possibilità di successo. A differenza loro, noi avremmo già da tempo pronti un piano A, B e C, in modo da poter fronteggiare in ogni momento qualunque tipo di situazione si presenti”. Un altro punto debole degli asiatici, ha continuato Jackson, nel produrre e distribuire film consiste nel fatto che “non attribuiscono la stessa importanza che noi europei attribuiamo alla sceneggiatura. Questo va migliorato”.

In Europa, i governi mostrano un estremo supporto per i film d'autore. Il governo francese – da quanto riferisce Jacob Wong - ogni anno sborsa sessanta miliardi di euro per finanziare una cinquantina di film stranieri, in aggiunta al budget che stanzia per i film francesi. “E' impossibile immaginare un altro paese al mondo che investa così tanto denaro nella cultura del cinema. E non parlo di industria del cinema, ma di cultura del cinema”. In Cina, il mercato è monopolizzato da un ristretto numero di film commerciali. Il pubblico non riesce a vedere un certo tipo di film, può solo vedere gli altri [quelli commerciali]. Per far sviluppare il cinema d'autore in Cina serve un contesto più favorevole, un po' più di spazio, inclusi soggetti diversi.

“Black Coal Thin Ice”, prima di essere proiettato al Festival di Berlino, era uscito solo in due mercati minori. Dopo Berlino, la pellicola è stata venduta in quattro regioni: Francia, Iran, Bulgaria ed ex Yugoslavia. “Questo è solo un inizio”, ha dichiarato il produttore, Shen Yang. E ha aggiunto: “Quando gli stranieri parlano di distribuzione, anche nel caso di Hollywood, hanno come primo pensiero gli incassi di lungo periodo. Loro considerano le possibili entrate su un arco di tempo che va dai dieci ai venti anni; nel mercato cinese, al contrario, puntiamo soprattutto ad un successo rapido e al profitto immediato”.

[foto: una scena di Blind Massage, Tuina di Lou Ye. Nanfang Zhoumo]

Tradotto da Piero Cellarosi, 05 Settembre 2014