Xu Xing
徐星
Se Sal Paradise, protagonista di Sulla Strada, si stancasse di viaggiare, girerebbe documentari? Xu Xing, considerato da molti il Jack Kerouac cinese, lo sta facendo. Da tempo ha preso in mano la telecamera, facendo coincidere il viaggio, la ricerca nella propria storia e l'incontro con la gente comune.
Xu Xing ha cominciato a scrivere romanzi agli inizi degli anni ottanta, Variazioni senza tema (无主题变奏 Wu zhuti bianzou) è stato pubblicato in Cina nel 1985, mentre E quel che resta è per te (剩下的都属于你 Chenxia de dou shuyu ni de) del 1996, è stato tradotto in italiano nel 2006 da Nottetempo. Tra gli anni ottanta e gli anni novanta, Xu Xing, ha scritto e pubblicato altri racconti e romanzi brevi, tra cui, Storie di città (城市的故事 Chengshi de gushi) del 1986 o Il topo affamato (饥饿的老鼠 Ji'e de laoshu) dell'88.
Lo scrittore ci accoglie nel suo appartamento, gambe lunghe accavallate e una birra in mano. Non nasconde il disordine sugli scaffali pieni di libri, ammucchiati a caso, per un recente trasloco. Si scusa, con un affabile sorriso.
“Quando ero giovane non mi presentavo mai come uno scrittore, intanto perché scrivevo poco, non mi andava di affermarlo, altrimenti sembrava che fossi uguale a tutti gli altri. Sono sempre stato diverso. Non ho fatto mai parte di nessuna organizzazione ufficiale degli scrittori, non sono mai stato un membro di nulla, mai, anche oggi è così”.
Xu Xing e la sua letteratura sono divenuti adulti negli anni ottanta, quando si stava ristabilendo un'ordine sociale e politico nuovo, dopo il decennio delle Rivoluzione Culturale. Nel 1982 si è riscritta la Costituzione cinese e la politica si avviava verso le riforme economiche, mentre alcuni giovani cinesi, consci del trauma subito, cercavano diversi mezzi di espressione. Numerose correnti letterarie e artistiche si sono sviluppate in quegli anni, un diverso dinamismo aleggiava nelle strade della cultura cinese post maoista.
Xu Xing non è stato solo un protagonista, ma ha anche visto crescere grandi artisti e grandi scrittori, gli amici di un tempo e di sempre. La sua forte autoironia, celata di solitudine e sigarette ci offre una descrizione dissacrante, ma veritiera, della cultura cinese contemporanea.
“Nel 2004 ho partecipato in Germania alla fiera del libro a Francoforte e un giornalista mi ha chiesto quale era la differenza tra me e gli altri scrittori, e la mia risposta è stata, se mi devi considerare uno scrittore sono lo scrittore che ha scritto di meno al mondo [ride]”
E quel che resta per te, è un libro di viaggio e di avventure per tutta la Cina, dalle noiose campagne cinesi fino ai cinquemila metri del Tibet. Una dettagliata descrizione della terra cinese e dei personaggi, improbabili o meno, che si incontrano sulla strada: “il viaggio è diventato modo di vivere, anche se all'inizio mi è stato imposto, non l'ho scelto io. Quando avevo undici o dodici anni ero costretto ad andare molto lontano, nel nord ovest cinese, nel Gansu, nel Qinghai a trovare mia madre, capisci, un bambino che esce da solo, non era facile all'inizio, un bambino da solo che andava a comprare il biglietto del treno, era l'epoca della Rivoluzione Culturale”.
Collezionare esperienze e riportare ciò che si vede e si sente, con due grammatiche diverse, una più lenta, quella della letteratura, una più veloce, quella del video in digitale. Questo è l'obiettivo di Xu Xing: dar voce alle persone che incontra per strada, “allo strato più basso della popolazione, con loro riesco a parlare per delle ore”.
“Per come la vedo io, adesso la Cina può essere rappresentata meglio girando documentari, ci sono enormi cambiamenti nella politica, nell'economia e nella cultura, anche il rapporto tra le persone è molto diverso oggi in Cina. Puoi prendere una telecamera e trovare una storia, ci sono contenuti molto profondi a livello storico, sociologico e antropologico”
Così, in Cinque più cinque (五加五Wu jia wu) documentario del 2011 girato con Andrea Cavazzuti, Xu Xing racconta attraverso le vicende di un autista, la storia di Songzhuang. Il cosiddetto villaggio degli artisti appena fuori Pechino, dove le speranze del governo cinese di diffondere un'industria culturale si incontrano e si scontrano con le speranze delle nuove generazioni di artisti cinesi.
La telecamera entra nei lussuosi loft dei pittori che “ce l'hanno fatta”, tra i bei divani e le piscine. Si ferma tra i tavoli, le tele e le discussioni di chi invece, giovane e squattrinato, implora un Love love love! come il Ruggero di Carlo Verdone in Un sacco bello.
Una satirica descrizione di quello che è parte del mondo dell'arte in Cina, attraverso le parole dei protagonisti, in cui i minori vincono, anche solo per la loro simpatia.
Oggi Xu Xing è impegnato al montaggio del suo ultimo lavoro. Lo scrittore-viaggiatore-regista questa volta si è spinto nel Zhejiang alla ricerca di alcuni contadini imprigionati durante la Rivoluzione Culturale. Grazie a informazioni trovate casualmente, Xu Xing ha viaggiato sei mesi nelle campagne del sud della Cina per incontrare delle persone e ascoltare le loro storie.
“Il significato è che nella rivoluzione culturale si è parlato sempre di personaggi famosi o di intellettuali o artisti che sono stati arrestati, ma a livello ufficiale mancano informazioni sui contadini, non si è mai parlato dello strato più basso della popolazione, delle formiche, durante la rivoluzione culturale, loro cosa facevano? Questo per me è molto stimolante, voglio riportare quello che nessuno sa di questa gente, fino ad oggi nessuno gli ha prestato attenzione. Mi sembra di fare una cosa importante, anche per la storia della Cina”.
Il suo non è un aut aut, perché non si può scegliere tra un viaggio e una chiacchiera con un amico di sempre. Xu Xing ci lascia, con un' ultima frase: “ho scelto i documentari per la velocità con cui posso registrare gli avvenimenti, ma la letteratura fa parte della mia vita fin dall'inizio. Quando sarò anziano e non potrò più girare, non riuscirò a vedere in telecamera, a tenere il cavalletto, riprenderò quello che ho girato e lo trasporterò di nuovo in letteratura”.
Intervista di Paper Republic a Xu Xing sulla letteratura web
China Digital Times e Xu Xing: i cinesi e il sorriso sulle labbra
Ifeng: articolo su "Cronistoria della mia Rivoluzione Culturale", documentario di Xu Xing del 2007