Una spiegazione sulla mia vita (seconda parte)


2012 Giu
29

Una spiegazione sulla mia vita (seconda parte)
《剩下的都属于你》再版说明 di Xu Xing ( 徐星 )



Xu Xing continua a raccontarsi nel suo blog. Questa volta, è il periodo della Rivoluzione Culturale con i suoi dettagli difficili da immaginare, per chi non ha vissuto quel periodo. Il viaggio è comunque sempre presente nei suoi ricordi di adolescente, un modo per saziare una curiosità che hanno portato a leggere letteratura straniera e salire sul primo treno.

In viaggio ho incontrato un gran numero di ragazzi poveri in canna, spediti nelle campagne per la rieducazione. Questi ragazzi erano andati incontro alle inattese difficoltà familiari, all'imbroglio e alla precarietà della politica, all'idealismo in frantumi, alla decadenza e al vuoto. Avevano conosciuto l'alcol, le risse e il sesso di nascosto.
In un ambiente sociale totalmente chiuso, i ragazzi peroravano la causa di ciò che concerneva essere straniero. Instauravano discussioni su nomi famosi della cultura estera e agognavano il “modo di vivere della corrotta borghesia”.

Il senso di vuoto e la decadenza mi hanno segnato profondamente. Di quei ragazzi mi incuriosivano le maniere disinvolte e affabili, che erano un mistero che desideravo dal profondo del mio animo. Li seguivo e li imitavo. Da loro ho appreso una cultura che non possedevo: circolava una letteratura straniera sottobanco a me sconosciuta, collezioni estremamente riservate, come ad esempio La nuova classe di Milovan Gilas. Ancora adesso a casa ho Sulla via della schiavitù di Friedrich Hayek, un libro stampato prima della rivoluzione culturale a tiratura limitata.
Oggi quel libro è diventato l'argomento del momento. Io l'ho finito di leggere circa quaranta anni fa ma forse all'epoca non sono riuscito a capirlo, in quanto non mi ha scosso così tanto come è successo a molte altre persone.

La vita on the road mi ha stregato. Riusciva a saziare quella mia curiosità che veniva delusa a scuola. Cominciai a fare sega e con la scusa di far visita a mia madre, procedevo nel mio viaggio in solitaria. Uscire mi ha fatto  subito diventare un vagabondo in piena regola. Andavo ovunque. Sapevo come non pagare il biglietto, all'epoca dicevamo saltare a bordo. Sapevo anche come procurarmi da mangiare, mi confondevo tra la gente, a volte da solo, a volte con quei ragazzi più grandi di me.

Un'altra cosa di cui davvero merita la pena parlare, per chi non ha vissuto quell'epoca, sono alcuni dettagli quasi impossibili da immaginare. Tutta la vita sociale era permeata dalla lotta continua. Era nella radio e in tutti gli altoparlanti sparsi per il paese. Tutto quello a cui eravamo abituati per radio, le storie per i bambini raccontate da nonno Sun Jingxiu, la sua voce affabile e cordiale: tutto finito. La nostra lingua meravigliosa non era mai stata espressa in modo così atroce, un urlo rauco da far venire la pelle d'oca. Mi posso immaginare nel caso fosse stato udito, tutto ad un tratto, un suono dolce, il giorno dopo sarebbe stata la rovina di chi lo avesse prodotto, uomo o donna che sia: la rovina, il “pensiero borghese”.

Non so per quale motivo, l'annunciatrice del treno sembrava stesse fuori dal mondo. Annunciava i nomi delle stazioni con una voce dolce e femminile. Da una riflessione che ho fatto in questo periodo, sarà stata la vaga educazione sessuale di un adolescente, ma la voce dell'annunciatrice mi aveva rapito ed era spesso una spinta a mettermi in viaggio.
Era quasi l'inizio della scuola e abitavo poco distante. Mia madre aveva preso un giorno di ferie dall'unità di lavoro dell'esercito per cui lavorava e aveva messo ordine alla mia vita. Aveva incontrato gli insegnanti e aveva chiesto una mano ad un piccolo ristorante vicino casa.

Ogni mese gli avrebbe spedito i soldi e i buoni per l'acquisto della farina. Andavo a mangiare in quel ristorante tre volte al giorno, ma non ero quasi mai sazio, forse a causa dello sviluppo adolescenziale. In principio la vecchia signora del ristorante mi aiutava anche ad organizzarmi, poi, rendendosi conto che mi piaceva uscire con quei giovani camerieri che non sembravano proprio un granché (i ragazzi di cui parlavo prima), smise di starmi dietro.
Spendevo subito quello che mia madre mi spediva per il pranzo e la cena, oltretutto tormentavo la vecchia signora del ristorante che era diventata un rifornimento di contanti per comprarmi svariate cose. Poi ho cominciato a fare la fame. Quei ricordi sono acuti ancora oggi.

Tra i quindici e i sedici anni, è arrivato un amore non corrisposto che mi si è impresso nella mente e nelle ossa. Questa storia d'amore che non è andata da nessuna parte, ha distrutto tutta la mia vita e ancora oggi ne pago le conseguenze. Nel mio documentario “Cronistoria della mia rivoluzione culturale” è tutto registrato e descritto.
E così in sette anni, dal 1968 fino al 1975, in modo alienante ho superato l'adolescenza e la mia giovinezza è finita. Poi sono stato spedito in campagna a lavorare e ho fatto il soldato.

Nel 1981 sono stato dimesso dall'esercito. L'ufficio di collocamento per il trasferimento dal militare al civile mi ha spedito da Quan ju de, un ristorante di Pechino famoso per l'anatra laccata. Ero stato trasferito già una volta, sembrava dovessi andare a fare la guardia carceraria in un laogai alla periferia di Pechino. Ci ho pensato e ripensato, ma davvero questo lavoro non faceva per me, e ho declinato cortesemente l'invito. Nei sei mesi successivi l'ufficio di collocamento non si è più fatto vivo. Aveva un po' il sapore di una punizione per essermi rifiutato di obbedire.
Avevo venticinque anni, di cui gli ultimi ero stato spedito in campagna e gli altri quattro ero stato nell'esercito.
Per quanto possa contare sono comunque esperienze di vita.

Tradotto da Désirée Marianini, 29 Giugno 2012
 



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