Wang Dahao
王大豪
Wang Dahao è un giornalista cinese nato nello Xinjiang. Nel suo blog affronta temi legati all’identità etnica, alla questione dello Xinjiang, al patriottismo e al separatismo. Quello di Wang Dahao è un esempio abbastanza rappresentativo di una piccola parte di Cina che nell’ultimo decennio si è sforzata di osservare più a fondo la delicata questione delle relazioni etniche nella Repubblica popolare cinese, partendo da una conoscenza diretta della realtà analizzata. Agli intenti di trasparenza e obiettività, questi cinesi uniscono però un proprio percorso di formazione peculiare, culturalmente cinese e ideologicamente legato all’istruzione ufficiale. Il risultato è quello di un’apertura con pochi precedenti alla discussione di problematiche ufficialmente dissimulate, mantenendo però uno sguardo ben distinto dalla prospettiva degli osservatori stranieri, di ispirazione democratica e liberale.
Questo tipo di approccio alle realtà etniche non-han si è consolidato dopo le rivolte in Tibet (2008) e nello Xinjiang (2009), due fenomeni di malcontento che hanno spinto alcune persone ad andare oltre la semplice retorica mediatica ufficiale. Uno degli esempi più comuni è quello del riconoscimento delle radici sociali –e non prettamente etniche- dei recenti conflitti politici in Tibet e nello Xinjiang, un approccio che permette di spiegare le rivolte del 2008 e del 2009 senza però mettere in discussione uno dei valori maggiormente riscontrabili nella popolazione cinese, ovvero l’unità nazionale.
All’interno di questo orientamento, Wang Dahao assume un atteggiamento spesso molto radicale ai nostri occhi, ad esempio considerando il patriottismo un valore essenziale e supremo, o condannando senza appello il separatismo violento uiguro. Nel suo blog egli respinge l’applicazione di un sistema democratico nello Xinjiang, per il rischio che esso possa condurre all’indipendenza della regione. Ad ogni modo si propone di ampliare il dibattito interno e dare maggiori spinte per la risoluzione di una questione che ritiene a tutti gli effetti aperta, sia dal punto di vista etnico sia sociale.
A dimostrazione di ciò, durante la rivolta nello Xinjiang del 2009, Wang Dahao ha più volte dato voce a un vero e proprio grido di allarme per l’assenza di una reale teoria politica etnica in Cina, premendo per una maggiore attenzione politica allo stato delle relazioni etniche piuttosto che allo sviluppo economico delle regioni popolate dalle minoranze. D’altro canto nell’affrontare il problema dello Xinjiang egli non si limita alla questione degli uiguri, ma prende spunto anche da problematiche sociali interne locali comuni a tutto lo Xinjiang; in tal modo egli riesce a trascendere la questione propriamente etnica dell'autodeterminazione politica dei popoli, riconducendo il malcontento a delle problematiche interne di estrazione politica e sociale, che per una corretta risoluzione necessiterebbero semplicemente di un intervento dirigenziale.