Il villaggio pop



L'artista Li Mu ha portato l'arte contemporanea nel villaggio dove è cresciuto. Tra le opere più controverse, i coloratissimi ritratti del presidente Mao realizzati da Andy Warhol, maestro della pop art, cultura anticonvenzionale e individualista nata in Occidente negli anni Cinquanta. La prima parte del reportage del China Weekly.


Il villaggio di Li Mu era identico a qualunque altro villaggio cinese: ovunque si vedeva lo stesso identico ritratto del presidente Mao. Sono passati più di sessant'anni ma alcune cose non sono cambiate: la tipografia ha dovuto stampare di nascosto i ritratti e il padre di Li Mu è preoccupato per l'audacia del figlio.

Il rifiuto di firmare
La tipografia doveva cominciare a stampare i ritratti pop di Mao Zedong la notte in cui Li Mu tornava al villaggio. Secondo gli accordi presi con la piccola tipografia, Li Mu avrebbe ripreso l'intero processo di stampa come parte della sua iniziativa artistica. Ma gli telefonarono solo poco prima di aver terminato la stampa: poteva andare a ritirarlo.

Li Mu si affrettò in tipografia ma li trovò già all'ultima fase del processo di stampa, quando stavano già tagliando i fogli. Non gli permisero di filmare neanche quello e non poté far altro che mettere da parte la telecamera. Gli operai gli riferirono che il capo era piuttosto nervoso, temeva di mettersi nei guai perché il governo non avrebbe supportato l'arte contemporanea.

Sulla parte inferiore del ritratto del presidente, oltre al nome del progetto, l'autore, l'anno di realizzazione, l'istituzione artistica che lo sosteneva, Li Mu aveva fatto stampare "Tipografia Runcai, prima stampa maggio 2013. Copie: 200. Prezzo: 3,5 Yuan" a imitazione dei ritratti dell'epoca. "Tipografia Runcai" è un nome fittizio, perché la tipografia non aveva acconsentito a far stampare il proprio nome su quelle opere. Come il padre di Li Mu, erano preoccupati : "questa cosa non deve uscire dal villaggio! Immagina che trambusto, con i piani alti pronti a mandare qualcuno a prenderti". Ma Li Mu voleva assolutamente portare a termine il progetto. Così organizzò la mostra di arte contemporanea nel suo villaggio, Qiuzhuang, un posto tuttora piuttosto nascosto e isolato nella pianura dello Hebei.

Li Mu è nato nel 1974. Quando era piccolo, sui muri di quasi tutte le case del villaggio c'erano slogan come "viva il presidente Mao" e "abbasso la Banda dei quattro". Sulle caserme e sui muri del paese erano disegnati i ritratti del presidente e in classe i bambini si scambiavano le medaglie. Li Mu ricorda ancora il bagliore che irradiava la medaglia nelle sue mani alla luce delle fiamme dei fornelli in cucina.

Nel 2010 il Van Abbemuseum di Shanghai aveva tenuto una mostra cui Li Mu fu invitato a partecipare. All'artista venne così la bizzarra idea: portare la collezione del museo nel villaggio di Qiuzhuang. Alla fine Li Mu fu autorizzato a portare i file, i progetti e altro materiale, tra cui il ritratto del presidente Mao di Andy Warhol. Quello esposto nella mostra di Qiuzhuang sarebbe stato una riproduzione realizzata sul posto.

Le sue intenzioni erano semplici: far vedere l'arte moderna agli abitanti del suo villaggio. Come parte dell'iniziativa artistica, Li Mu voleva registrare le reazioni della gente. In occasione del Capodanno lunare del 2013, realizzò una piccola biblioteca per presentare l'arte contemporanea prima della mostra. A maggio Li Mu ritirò i ritratti dalla tipografia e li inviò ai suoi compaesani.

La reazione furono contenute. A molti non piacevano quei tre ritratti coloratissimi del presidente, non gradivano i colori, soprattutto il blu, che rendeva troppo scura la faccia di Mao Zedong e "denigrava il presidente". In ogni caso nessuno oppose rifiuto. Le famiglie cristiane erano riluttanti, aggiravano la questione dicendo di averlo già a casa o di "credere al Signore".

Li Mu riusciva a fare una decina di copie al giorno, lavorando da pomeriggio a sera. In quattro, cinque giorni ne consegnò una sessantina. Durante le consegne, Li Mu notò che solo quattro o cinque famiglie, la maggior parte anziani, tenevano ancora il tradizionale ritratto del Presidente appeso nella sala principale. Ricevendo il nuovo ritratto, chiedevano il significato di ognuno dei tre colori dei tre ritratti. In realtà non c'era alcun particolare significato.

Dopo la visita di Nixon del 1972, Andy Warhol aveva scoperto che i ritratti di Mao Zedong erano presenti ovunque in Cina, proprio come la pubblicità era onnipresente nella società consumista occidentale. Prendendo quindi come modello la foto sul frontespizio delle "Opere scelte di Mao Zedong" e applicando la tecnica della "riproduzione",  aveva realizzato la serie di ritratti dai colori differenti. I ritratti di Lenin e di Marylin Monroe sono tra le altre opere dello stesso genere.

Un artista, amico di Li Mu in visita al villaggio, rispose senza pensarci troppo alle numerose domande sui colori: il rosso simboleggia la salute, il giallo fortuna e i soldi mentre il blu tiene lontani gli spiriti malvagi. Alcuni ci credettero e ne fecero richiesta. Era come l'usanza di appendere in macchina il medaglione del presidente. Oltre a regalarlo alle famiglie, Li Mu preparò un ritratto più grande e lo appese in paese. Questa fu la cosa che preoccupò maggiormente Tai Bin, il padre di Li Mu.

[Tradotto per Internazionale. Foto di copertina: China Weekly]

Tradotto da Lucia De Carlo, 15 Luglio 2014