Sinologie: proteggiamo i caratteri vietati


2012 Set
25

Sinologie: proteggiamo i caratteri vietati
保住非法字符 di Han Han ( 韩寒 )


L'animo dei giovani nazionalisti cinesi contro il Giappone non è cosa nuova in Cina. Le proteste sono pilotate? Il popolo è solo un pezzo di una scacchiera? Il nostro Han Han, nel suo blog, con un post del 2010, riporta la sua opinione. La traduzione del post è di Fortuna Balzano, che per Sinologie ci descrive Han Han, l'intellettuale pop.

Un amico mi ha chiesto come mai non ho scritto la mia opinione sulla faccenda delle isole Diaoyu, per denunciare il Giappone. Gli ho risposto che sebbene attualmente non abbia un pezzo di terra tutto mio, mi stanno molto a cuore le questioni territoriali. In un primo momento, ho letto di questa storia su un forum online, e ho commentato solennemente: “Proteggiamo le isole Diaoyu”. Ma il forum mi ha informato che stavo cercando di inserire un contenuto illegale, e che avrei dovuto cambiarlo. Sono rimasto perplesso e ci ho riflettuto su per un po’, finché non l’ho cambiato in “Proteggiamo l’arcipelago Senkaku [il nome giapponese delle isole]”. Il commento è stato pubblicato all’istante.

Questa delle isole Diaoyu è davvero una questione importante. Il Ministro degli Esteri ha dovuto fare gli straordinari questo weekend per esprimere maggiore condanna nei confronti dell’accaduto. Secondo me, se uno sta bene ed è soddisfatto della propria vita, se non ha problemi con la moglie, i figli, la casa, la macchina, il lavoro, il tempo libero, la salute e l’assistenza medica, solo allora, come fine passatempo, se non vuole risparmiare le proprie energie e aspettare senza fare nulla, spinto da sentimenti patriottici, può chiedere la protezione delle isole Diaoyu. Ma se voi stessi non avete protezioni, bisogna che pensiate prima a proteggervi, non è il caso di andare così oltre. Qualcuno dirà, che importanza hanno le proprie piccole preoccupazioni di fronte a queste questioni di principio, e quando si tratta di stabilire cosa è giusto o sbagliato? È vero, ognuno ha la propria definizione di quali siano le questioni fondamentali.

Riguardo a questa storia, mi sembra che bisogni osservare l’atteggiamento del governo: del resto, come ci si può scontrare con il governo? Se i leader esprimono condanna, vuol dire che vogliono che voi esprimiate condanna; se i leader esprimono rammarico, vuol dire che potete esprimere rammarico, tutto qui. I leader vogliono che voi vi indignate: se volete agire, questo è il massimo che il governo sia disposto a tollerare. Se vorrete agire davvero, sarete puniti dal governo, perché i leader stanno giocando un’importante partita a scacchi e voi siete solo delle pedine: come potete pensare di saltare fuori dalla scacchiera?

Su questa scacchiera voi siete i pezzi neri e i leader i pezzi bianchi: innanzitutto perché i lavoratori sono sempre più abbronzati, e poi perché più facilmente stanno in nero [non rispettano le regole della cittadinanza stabilite dallo hukou]. Il nero é il colore che vi si addice di più, e soprattutto i leader vogliono che durante gli attacchi voi facciate la parte dei cattivi, mentre loro faranno la parte dei buoni nei momenti cruciali. Dopo la battaglia, potreste ritrovarvi a scoprire che i leader e gli invasori se ne stanno insieme a discutere felicemente di affari.

Per quanto riguarda le isole Diaoyu, credo che il nostro governo sia preoccupato più che altro della stabilità interna; le risorse di petrolio sottomarino non sono poi una gran cosa. Quello interessa al Giappone, ecco perché dagli anni ’70 ha ricominciato ad avanzare pretese sulle isole Diaoyu. Al governo cinese invece interessa solo la sua stabilità e non ha alcuna intenzione di correre rischi nel campo militare o della politica estera. Quindi quella che prima non era una questione complicata ora lo è diventata.

Nel nostro paese ci sono diverse zone che potrebbero ugualmente generare tensioni e fazionalismi. Ma finché sono territori molto piccoli, che non riuscirebbero a cambiare la forma di gallo che ha la Cina, e il pubblico non capisce cosa succede, il governo pensa che dare via un pezzetto sia solo dare via un pezzetto; un po’ come venderlo sul mercato immobiliare. Dopotutto, fra gallo e gallina non c’é molta differenza. [il riferimento é probabilmente al fatto che i territori in questione sarebbero così piccoli da rappresentare al massimo i genitali del gallo/Cina]

Le isole Diaoyu sono sempre state piuttosto famose, la gente vi presta molta attenzione specialmente perché c’è sempre una grande copertura mediatica quando i leader ricevono ospiti stranieri nella residenza ufficiale di Diaoyutai [la più importante residenza per ospiti di stato, a Pechino]. Dare l’arcipelago a qualcun altro significherebbe perdere la faccia, quindi questa delle isole Diaoyu è per il governo una questione di immagine che riguarda la sovranità territoriale. Come minimo, io credo che le isole Diaoyu non dovrebbero essere cedute. Ma la soluzione migliore per il governo cinese è quella di continuare a rimandare finché le placche tettoniche della crosta terrestre si sposteranno di nuovo, e le isole Diaoyu si attaccheranno alla parte finale del Fujian.

Questo risparmierebbe molti problemi, e poi potremo parlare della questione del petrolio sottomarino. Per questo non mi preoccupo del fatto che il Giappone si prenderà le isole Diaoyu, sebbene è sicuramente quello che succederà. In questa situazione, la cosa migliore è che il capitano della nave venga trattenuto per una decina di giorni, e dopo alcuni giorni di veementi proteste da parte nostra il Giappone lo rilasci, così potremo dire che le nostre proteste hanno avuto effetto. Per quanto riguarda il fare la parte dei cattivi, naturalmente non ci sono problemi a protestare spensieratamente, basta che il gioco non si faccia troppo serio. Non dovete mettere a repentaglio la vostra vita, dimenticandovi dei vostri cari e delle vostre cose da proteggere, non dovete dispiacervi se avete già finito la vostra bottiglia di vino e i leader non hanno nemmeno aperto la loro, e non dovete pensare che vi state davvero mobilitando per la nazione: in questa nazione, ci sono cose più importanti per cui agitarsi.

Tradotto da Fortuna Balzano , 25 Settembre 2012
 



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