Il turismo medico è un fenomeno sempre più diffuso in Cina. Complice un servizio sanitario non impeccabile, i nuovi ricchi pagano a peso d'oro viaggi "tutto compreso" per le cure più disparate. C'è chi va a farsi la chirurgia estetica in Svizzera, ma anche chi deve affrontare problemi ben più gravi. In tre puntate, il reportage dell'autorevole rivista economica Caixin.
Un tempo emigravano. Poi hanno cominciato ad andare all'estero per studiare e viaggiare. Adesso sempre più cinesi vanno oltremare per curarsi.
Cinque anni fa, Mou, 57 anni e un tumore al colon-retto, si sentì diagnosticare una morte certa entro due anni. Ma, invece che arrendersi, decise di andare a curarsi negli Stati Uniti e oggi, a sei anni di distanza, è ancora vivo.
All'inizio di quest'anno, la figlia di Mou ha scoperto di avere un tumore al seno e senza pensarci due volte è partita anche lei per l'America, non soltanto per avvalersi di trattamenti migliori, ma anche nella speranza di salvare il seno. Ad averla convinta sopratutto la presenza di team sanitari particolarmente attenti al paziente e servizi medici privati di alto livello.
Quello della globalizzazione medica è un fenomeno sempre più evidente. La nuova tendenza dei ricchi cinesi è andare in Giappone per esami di precisione, negli Stati Uniti per curare i tumori, in Gran Bretagna per sottoporsi a un trapianto di fegato, in Corea del Sud per la chirurgia estetica e in Svizzera per le iniezioni di placenta. Grazie ai loro prezzi convenienti Thailandia, India, Singapore, Malaysia e Filippine sono diventate le cinque mete più gettonate per il 'turismo medico'.
Secondo un rapporto pubblicato dallo Stanford Research Institute, il numero totale di questo tipo di viaggiatori è passato dai 20 milioni di unità del 2006 ai 40 milioni del 2012. Lo scorso anno l'industria del 'turismo di salubrità' ha raggiunto i 438,6 miliardi di dollari, pari a circa il 14% dell'industria turistica globale.
Gu Xiaofang, direttore della China International Medical Tourism Association, ha provato a dare una definizione del settore: il turismo medico è un'industria in crescita finalizzata ai servizi clinici, al trattamento e alla prevenzione delle malattie, al recupero e alla convalescenza, che si avvale del turismo come mezzo.
La globalizzazione medica include principalmente spostamenti in entrata e uscita attraverso le frontiere internazionali. "Oltre il 90% dei viaggiatori cinesi sceglie perlopiù di uscire dal Paese; in Cina l'industria del turismo medico è ancora in una fase embrionale e il flusso in entrata è scarso", ha spiegato Gu a Caixin.
Non è ancora possibile riuscire a quantificare esattamente il numero dei turisti cinesi che espatriano per motivi medici, ma all'estero le istituzioni cliniche hanno già lanciato una dopo l'altra servizi in lingua cinese e 'un canale verde'. Il direttore generale e l'amministratore delegato dello United States Public Health Service (PHS), il professor Gilbert H. Mudge dell'Harvard Medical School e il direttore per le relazioni internazionali della Mayo Clinic Melissa Goodwin hanno dichiarato a Caixin che negli ultimi anni i pazienti cinesi sono diventati sempre più numerosi e che il mercato cinese ha vastissime potenzialità, rappresentando un'area chiave per lo sviluppo del settore a livello mondiale.
I trattamenti all'estero hanno accelerato la nascita di una nuova industria.
Il 16 giugno, il venture capitalist Sequoia Capital ha investito 50 milioni di yuan nella Beijing Shengnuo Hospital Management Ltd. Secondo quanto appreso da Caixin, si tratta del primo caso in cui un importante fondo d'investimento internazionale ha finanziato una società cinese che si occupa di servizi di assistenza medica all'estero.
Un po' per volta a Pechino, Shanghai, Shenzhen, Canton e in altri grandi centri urbani sono cominciati a emergere i primi centri medici internazionali e le prime città ospedaliere. Ad aprile, è stato fondato l'Hainan Boao Music City International Medical Tourism First District, l'unico progetto approvato dal Consiglio di Stato, volto a incentivare lo sviluppo di parchi industriali dedicati al terziario. Questo non soltanto prevede l'allentamento delle restrizioni affinché i medici stranieri possano praticare al suo interno, ma apre anche i confini ai capitali stranieri per la costruzione di strutture dedicate ai trattamenti clinici. Tra i vari obiettivi vi è quello di renderlo un nuovo resort per la salute e il benessere.
Cai Qiang, fondatore e presidente di Shengnuo, ha dichiarato a Caixin che curarsi all'estero non soltanto aumenta le possibilità di scelta per i malati, ma allo stesso tempo contribuisce indirettamente al miglioramento del sistema sanitario nazionale, a tutto vantaggio dei pazienti.
I pionieri del turismo medico
A fare da apripista sono state le star e la nomenklatura cinese. Nel 2012, l'atleta Liu Xiang, ritiratosi dalle Olimpiadi di Londra a causa di un infortunio, per le cure si è poi rivolto al più grande ospedale privato d'Europa, il Wellington Hospital di Londra. Il campione cinese dell'NBA Yao Ming si è recato più volte presso il Memorial Hermann Medical Center, in Texas, per sottoporsi a diversi interventi chirurgici, tanto che alla fine l'ospedale è diventato il preferito dei Rockets. Conosciuta come 'la Corte Suprema della diagnosi medica', la Mayo Clinic è diventata luogo di ritrovo di ricchi e politici in arrivo da tutto il mondo. Gli ex presidenti degli Stati Uniti Gerald Ford e Ronald Reagan, Bush padre, l'ex re di Giordania Hussein, gli imprenditori cinesi Feng Lun, Pan Shiyi, tutti si sono rivolti al centro statunitense.
Nonostante il fenomeno dei trattamenti medici all'estero, in Cina, sia cominciato ad emergere appena 5-6 anni fa, tuttavia si sta propagando con rapidità. Secondo l'Hurun Wealth Report 2013, alla fine del 2012 nella Repubblica popolare c'erano 1,05 milioni di milionari e oltre 60mila miliardari, di cui più di 3/4 ha manifestato insoddisfazione per il proprio stato di salute.
"Queste persone non solo hanno un forte potere economico, ma allo stesso tempo danno anche parecchia importanza alla salute. Molte di loro scelgono di curarsi in un altro Paese", ha spiegato Mou che proviene da una famiglia di miliardari. Gran parte dei suoi conoscenti ha deciso di partire "non soltanto quelli con malattie gravi, ma anche quelli con disturbi cronici, problemi alimentari, o che necessitano terapie di riabilitazione ed esami clinici".
Stando a quanto riferito da Cai Qiang, la Shengnuo "conta un migliaio di clienti; gli imprenditori rappresentano oltre l'80% -alcuni di istituzione finanziarie, buona parte di imprese private- e l'età media si aggira sui 50-60 anni. Stando a quanto appreso da Caixin, tra quanti sono andati all'estero per turismo medico, ci sono anche funzionari, dirigenti di imprese statali e vip.
[prima parte. L'articolo è stato pubblicato su Internazionale]
Tradotto da
Alessandra Colarizi, 29 Aprile 2015
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Traduzioni
I cinesi si curano all’estero
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