ll brano è un estratto dell’intervista dello scrittore taiwanese Zhang Tiezhi a Yu Hua in occasione della presentazione del suo ultimo libro “La Cina in dieci parole” alla Fiera Internazionale del Libro di Taipei a febbraio 2011. Il libro è edito dalla casa editrice Maitian (麦田出版社 Maitian Chubanshe) di Taiwan. In Italia è edito da Feltrinelli.
Dieci parole chiave, semplici e familiari, per descrivere l’attuale società cinese: è quanto fa Yu Hua in questi scritti, che raccolgono gli appunti, gli articoli e i ricordi dell’infanzia e della maturità dello scrittore. Fondendo esperienze comuni a tutti i cinesi con il proprio vissuto personale, Yu Hua restituisce un quadro lucido e spesso ironico della recente storia cinese. Un modo per approfondire l’attualità, tanto più importante per i cinesi di Taiwan, spiega Zhang Tiezhi, che spesso ricevono dai media tradizionali un’immagine distorta della Cina del continente, di cui se ne trascurano le contraddizioni e le voci di resistenza.
Yu Hua spiega come questo libro rappresenti un’eccezione nella sua carriera di scrittore di narrativa. Come spiega nella prefazione, il libro nasce da un incontro col suo traduttore inglese, il professor Alan Barr che, per un intervento in una serie di conferenze negli Stati Uniti, gli propose il tema “La Cina di uno scrittore” .
Quel periodo fu inframmezzato da molte cose, non avevo tempo per scrivere un pezzo lungo. Così è venuto fuori questo libro. Ho ricevuto interviste, e spesso mi hanno chiesto i motivi che mi hanno portato a selezionare quelle parole. Rispondevo che le ragioni erano due: una era che volevo raggiungere un equilibrio tra 'parole fredde' e 'parole calde'. Il secondo era che volevo trovare delle parole interessanti e abbastanza semplici da scrivere.
Come 'popolo' e 'leader'. In passato erano le due parole più popolari, ma solo adesso stiamo cominciando a parlarne, piano piano. Come la popolarissima parola 'Lu Xun'. In Cina 'Lu Xun' ha avuto un destino particolare: da scrittore è divenuto parola, e da qui è tornato ad essere scrittore. In realtà le sorti della Cina sono racchiuse in questa parola. In 'Lu Xun' si possono rintracciare le vicissitudini e i tumulti sociali della storia cinese.
Le parole 'radici d'erba' e 'taroccato' sono comparse solo negli anni Novanta. 'Taroccato' e ‘intortatore’ rivelano la mancanza di principi morali ed etici nella società contemporanea cinese e la confusione del sistema di valor. È anche una delle conseguenze innescate dal progresso parziale della società cinese negli ultimi trent'anni.
Finito di scrivere, ho pensato che anche altre parole potevano raffigurare l’attuale realtà cinese.
Una di queste è 'contraddizione'. È questa la sensazione che mi dà la Cina contemporanea? Faccio un esempio. In Cina bene e male coesistono nello stesso momento. La cosa preoccupante è che, se accantoniamo tutti i malvagi, anche i buoni rischiano di corrompersi.
Il bene e il male spesso sono interconnessi: è così che viene rappresentata l'idea di contraddizione. In realtà senza la lancia, lo scudo perde completamente di valore (1). All’epoca avevo pensato a questa parola, ma avendone già scritte dieci, ho pensato che non servisse aggiungerne altre.
All'inizio avevo pensato di inserire anche la parola 'libertà'. Una parola molto affascinante. Ricordo le parole del presidente degli Stati Uniti Lincoln: “Sull’idea di libertà siamo univoci, ma nel processo di ricerca della libertà, ognuno è diverso”.
Nella Cina continentale la parola 'libertà' è molto in voga, ma spesso le persone la interpretano diversamente a seconda dell'età. Se ci dovessimo basare su tutte queste interpretazioni, le parole diventerebbero cento!
Naturalmente sono molte le parole di cui potevo scrivere, ma ho pensato fosse meglio conservare un po' di forze per un romanzo.
Questo libro rappresenta un'eccezione, se si considera il mio modo di scrivere. Ma se guardo al mio percorso personale, capisco che era inevitabile: la mia vita è sempre proceduta così.
Se non fossi andato all'estero, se non avessero organizzato quella conferenza, se non avessi incontrato il mio traduttore e collaborato con lui, probabilmente l'occasione di realizzare questo lavoro sarebbe venuta fuori solo in seguito.
Scrivendo sentivo di vivere un momento di rilassatezza: avevo finalmente il tempo di riordinare la mia vita, i ricordi, le opinioni sulla società, le mie esperienze personali di crescita e ogni sorta di sentimento e emozione.
Prima, scrivendo romanzi, non riuscivo a fare quest'ordine, e non mi ero mai soffermato a riflettere su così tante cose. La scrittura rispecchia le esperienze della mia vita.
Tradotto da
Lucia De Carlo, 31 Marzo 2012
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