Il brano che vi proproniamo è tratto da Shizhi 食指, un racconto de Il tono di Dama (达马的语气 Dama de yuqi), una raccolta di racconti pubblicata nel 2006 e ancora non tradotta in altre lingue. Il racconto narra di un poeta e la sua scomparsa. La traduzione è una lettera che questo poeta scrive ad un suo caro amico. Zhu Wen rimanda così alla storia vera di un poeta, Shizhi appunto, che fa da titolo al racconto. Una storia vera mascherata di finzione narrativa, per ricordare l'uomo e il viaggio nella poesia e nella follia. (Ringraziamo Zhu Wen per la disponibilità alla traduzione del brano e per la sua simpatia)
Ciao Chen Jun,
….non mangio da ieri. Non per questioni di soldi ma perché non voglio mangiare. Chen Jun non sai, la sensazione della fame è davvero un grande aiuto. Sembra una piccola sagina paziente che spazza il cortile coperto di foglie morte, carta straccia e frammenti di vetro. La fame risveglia la mente, senza alcun irrefrenabile desiderio. Neanche per la poesia. Discuto e scrivo, senza sentire la stanchezza, senza offendere quest'arte. Non voglio per questo incolpare gli altri poeti, non avrebbe senso. Se loro mi considerassero un amico, li vorrei consigliare con cura ma.....
Durante la settimana appena passata, il dialetto di questo posto mi ha fatto scervellare. Appena arrivato non capivo neanche una parola. Che lingua! Se non lo vedessi con i tuoi occhi, sarebbe difficile credere che in questo mondo, non lontano da noi, c'è un gruppo di persone che inaspettatamente utilizza questa lingua per vivere. Oltretutto ho la sensazione che i sogni della loro vita possano esprimersi in maniera appropriata solo con questo linguaggio. Ora capisco alcune frasi.
Sicuramente chi sa leggere e scrivere comprende chiaramente le poesie scritte sul mio quaderno, ma la gente non dimostra grande interesse. Qualcuno mi tratta perfino come un tizio che non sa parlare e chiede l'elemosina con un cartello per gli hadicappati.
A volte le poesie bisogna recitarle per riuscire a esprimere la loro musicalità, il loro fascino. Ho pensato che la cosa migliore sarebbe stata utilizzare il dialetto locale e recitarle alcune volte. Ma ancora non sono in grado. Ci sono dei vocaboli che non esistono nel glossario del posto, ho pensato di utilizzare delle parole simili per sostituirli.
Tu lo sai quanto è difficile, forse dovrei scrivere direttamente nel loro dialetto, con una pronuncia simile. In questo modo farei felice la gente. È troppo difficile, per ora mi sono detto di non agitarmi… anche se sono gialli e magri magri, hanno comunque le narici grandi. Quando parlano, l'ultima sillaba è sempre molto lunga.
Al mercato ho fatto attenzione al dialogo tra due contadine, muovevano una bilancia e si parlavano da una parte all'altra della strada. Dio mio, non ho capito neanche una parola, ma la loro modulazione, i toni che andavano e venivano nel mercato al tramonto... sono sicuro che fosse poesia.
Questo luogo... un luogo vicino ad un crocicchio, una piccola casa costruita con tronchi di legno, quel vecchio guardava l'incrocio, ha pensato che non fossi un delinquente e mi ha permesso di rimanere lì per la notte. Un giorno, ho ascoltato le voci che venivano da fuori, ero molto emozionato, non lo sai, perché sono riuscito a capire tutto.
A parlare erano un uomo e una donna, totalmente sinceri e onesti, come una poesia antica. Ma non la posso tradurre, tradotto non è la stessa cosa. Chen Jun, se quel giorno fossi stato con me lo sapresti, era poesia. Una poesia. Sono loro i veri poeti.
Mi rendo conto che forse non la penserai in questo modo, ma ho preparato comunque una traduzione.
- Voglio scoparti
- No, non adesso
- Quanto dovrò aspettare?
- Fino a quando mio padre sarà d'accordo
- Non posso, ti voglio scopare
- T'aspetto stasera
… si è fatto buio e ti sto ancora scrivendo. Prima potevo vedere gli amici e passare da te a farmi offrire un pranzo. Ora non posso andare da nessuna parte, sembra che qui non sia benvenuto. Chi è che mi ha accolto? A dire la verità, mi manchi molto. Mi mancano molto perfino gli amici che mi accusavano... non lo so, mi dico di non pensare al futuro. Così dovrebbe andare tutto per il meglio, sarebbe tutto più semplice.
Adesso ho solo un progetto, il progetto di una volta. Quando sono andato via, lo sapevo che era ridicolo. Forse ho sbagliato veramente, come quando mi hai offeso. Ma sono sicuro che ci sarà un giorno in cui ti chiederò, come minimo, di non trattarmi mai più a quel modo.
La nascita di questo libro, quindi, è accaduta per puro caso, come al tempo la nascita di Wu Xinyu. Ho scritto tutto questo, non per l'interesse riemerso per quel viaggio, illusorio e personale, di un vecchio poeta. Ma perché in questo istante, ho sentito nell'intimo che in realtà la vita di Wu Xinyu non è altro che la ripetizione del viaggio dell'uomo nella poesia. Un viaggio segreto, inutile e improvviso.
Tradotto da
Désirée Marianini, 29 Maggio 2012
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