Nel febbraio 2006 lo scrittore e critico letterario Bai Ye 白烨 attacca Han Han e i giovani autori con un articolo intitolato Stato attuale e futuro dei giovani nati dopo gli anni Ottanta 80后的现状与未来 (1). Han Han replica con un articolo acidissimo in cui si scaglia contro gli scrittori di vecchia generazione e i circoli letterari. A sostenerlo, le voci del web e nomi celebri del mondo del cinema, della letteratura, della musica. Conclusione: Bai Ye chiude il blog e Han Han si afferma come un eroe per aver osato ancora una volta alzare la voce ad attaccare la tradizione e il mondo sacro e intoccabile dei circoli letterari.
Giorni fa ho letto il lungo articolo del critico letterario Bai Ye. È una persona che scrive in modo molto serio e affatto conciso. Volevo svenire! Le idee sono ripetute all’infinito. Dopo averne letto una parte, scopri che la parte successiva è identica. Troppo figo! Ma la parte più figa è ancora dopo! E pensare che, dal titolo, doveva essere un’analisi breve e concisa. Riassumo un attimo. Se gli scrittori della generazione post anni Ottanta continuano così, è molto probabile che diventino scrittori di riserva della letteratura mainstream. In generale le opere della generazione post anni Ottanta non vengono considerate come letteratura vera e propria, al massimo possono valere come opere di letteratura ‘amatoriale’.
‘Amatoriale’ è una parola presa in prestito, che indica come questo gruppo di autori non sono considerati in realtà come scrittori veri, ma come semplici appassionati di creazioni letterarie. Ho già parlato di come gli scrittori della generazione post anni Ottanta e le loro opere sono entrati nel mercato ma ancora non nei circoli letterari. Il motivo è che gli ‘scrittori divi’ raramente brillano sulle riviste letterarie; i circoli letterari conoscono solo i loro nomi, ma non le persone in sé né le loro opere. Sembrerebbe che si accontentino del successo già avuto, non hanno intenzione di uscire dal mercato e manifestano l'intenzione di tenersi lontani dai circoli letterari.
Per quanto mi riguarda, odio dividere gli scrittori per epoche. Ogni grande scrittore ha una personalità unica e distinta. Come si possono classificare? Quelli nati nello stesso anno appartengono allo stesso genere? Mica vendiamo maiali! Può mai essere che quelli nati tra il 1966 e il 1976 appartengano tutti al ‘genere rivoluzionario’? La rivoluzione ha fallito? E allora tutti a chiamarli ‘degenerati della rivoluzione’! Classificare gli individui per epoche storiche è evidentemente poco scientifico. Ma non è questo il punto. Il punto è che [Bai Ye] continua a ritenere che solo le persone che conosce (i soliti scribacchini con cui si vede e pasteggia insieme) fanno letteratura. E tutto ciò col tono di chi pretende di indicare la vera strada dell’istruzione che devono percorrere i giovani scrittori. Letteratura e cinema li possono fare tutti, non esiste nessun limite!
Molti cosiddetti critici letterari sono veramente stupidi: ignorano i bestseller e pensano che se vendi molto non si tratta di vera letteratura. Pensano che i lettori sono tutti dei coglioni. Sono loro gli unici svegli che capiscono tutto, gli unici a leggere l’essenza di espressioni oscure e prolisse che in realtà ruotano intorno a una sola parola che fa capo alla vera letteratura: ‘ipocrisia’. Metti che un giorno gli prende un colpo a tutti e la cosiddetta letteratura pura ricomincia a vendere moltissimo. Prevedo che quei critici (ipocriti!) sarebbero pronti a cambiare di nuovo opinione. Il fatto che i libri vendano bene o no, non c’entra nulla col fatto che si tratti o meno di letteratura. Per esempio questo signor Bai Ye: il suo stile è prolisso, ripetitivo, senza acume né eleganza. Se non fossi stato costretto a scrivere queste due righe, non avrei avuto davvero la pazienza di leggere fino alla fine un articolo di un tale livello. Potete immaginare le migliaia di parole che usa per descrivere un albero!
Se poi non vende bene, si ritroverà sicuramente a pensare che è successo qualcosa nell’ambiente dei lettori contemporanei. Uno stitico che incolpa il cesso! Prendete me, le mie opere sono di quella letteratura vera che di rado si vede in Cina. Scrivo tutto quello che penso e non partecipo a nessun evento di propaganda. Non sono mai stato così ipocrita da chiamare qualcuno per aiutarmi a tenere un seminario o robe simili. E non ho tenuto nessuna conferenza stampa per l’uscita di un nuovo libro. Se si vende bene è perché si scrive bene. Alla fine arriva sempre un giorno in cui non si riesce a vendere. Non esiste un perché, è così. E va bene così.
Molti scrittori di bestseller fanno letteratura. Indipendentemente da come scrivono, c’è sempre qualcuno che li compra. Non devono quindi pensare a come accontentare il lettore e a come assecondare il mercato. Scrivono quello che vogliono. Al contrario, molti libri che vendono poco sono conosciuti come opere di vera letteratura. Ma i loro autori sono concentrati su molte cose, ad esempio su come attirare i lettori. A pagina ottanta ci deve essere una scena di sesso (magari selvaggio), a pagina cento una scena omosessuale (magari una cosa a tre), a pagina duecento un po’ di violenza (meglio se ci scappa il morto), a pagina quattrocento un bell’incesto (magari madre e figlia), a pagina quattrocentoquaranta (in genere scrittori simili scrivono veri tomi e non si fermano prima delle cinquecento pagine) un po’ di rivoluzione culturale.
Che sorpresa per i critici quando li leggono! Cazzo! Questa sì che è la natura umana, la descrizione dei margini della società! Questa sì che è una personalità confusa! Questo sì che è interessante per l’umanità! Fighissimo, letteratura pura! Tutto ciò non ha senso. Inoltre l’articolo del signor Bai rivela una mentalità da circolo intento a studiare strategie: il circolo letterario è così e colà, come si può entrare nel circolo... sembrano bambini che giocano.
Come se tu, bastardo, potessi permetterti di entrare in un circolo letterario solo a un cenno del capo dei familiari di Bai. In realtà ogni blogger fa parte di un circolo letterario. Non prendetela così seriamente; ogni autore è unico, ogni romanzo è arte. I circoli letterari, il premio letterario Mao Dun, le riviste di vera letteratura non valgono un cazzo. Sono cento persone che si masturbano e cento che stanno a guardare. Si divertono tutti un sacco e cambiano spesso posizione Da vecchio stai ancora lì a dire: vieni, guarda come mi tocco, tu devi imparare, studia la frequenza dei miei movimenti, altrimenti tu, bastardo, non entri nel circolo dei segaioli.
Alcuni della vecchia generazione si sono impegnati a scrivere cose (trattano di sesso o di violenze) che dimostrano quanto in realtà siano molto più disturbati dei giovani. Non radunatevi insieme a fare delle cose e fingere chissà quale circolo, quale altare. Alla fine gli altari sono tutti altari sacrificali e i circoli sono corone di fiori. L’ho sempre detto: i veri esperti di arti marziali sono persone sole, al massimo con qualche bella donna accanto. Solo i pivelli si raggruppano insieme. Per i giovani, la letteratura è scrivere liberamente e con serietà.
È questo quello che si può fare, il resto è solo fortuna. La letteratura è l’unica cosa che non si può ammaestrare, né si deve sbatterci la testa per impararla. E ancor meno si può fare ipocritamente, come la maggior parte di quelli della vecchia generazione. Il pericolo più grande è che la letteratura è fittizia, ma si è portati a considerare sé stessi veri.
P.S. L’articolo è molto colorito, uno di questi giorno lo correggo. Sono stato costretto a usare un linguaggio scurrile proprio a causa di gente come voi, testarda e pedante. Le mie opinioni le ho espresse. Non intendo partecipare a nessuno stupido dibattito o a polemiche per iscritto. Sono molto occupato, devo entrare nel circolo degli automobilisti!
(1) Con la dicitura 'Scrittori post Ottanta' 80后作家 si intende il gruppo di giovani scrittori nati negli anni Ottanta e che si sono distinti per particolari creazioni letterarie. I loro romanzi trattano di temi come la scuola, le ribellioni e i tormenti interiori di giovani protagonisti. Tutti argomenti che i giovani lettori sentono vicini e che l’opinione pubblica e i media non trascurano di lodare. I critici e gli scrittori della vecchia generazione etichettano spesso questo genere di opere come “malinconiche, narcisistiche e decadenti” e accusano i giovani autori di successo e fortuna improvvisi. Si critica soprattutto la bassa qualità della scrittura mirata semplicemente al soldo facile, come se queste opere sopravvivessero solo grazie a scopiazzature e imitazioni. Seppure favoriti dal mercato e da Internet, questi autori subiscono un momento di trasformazione del sistema editoriale cinese in cui non è più lo stato a supportare e organizzare la letteratura. Il successo e il supporto di cui godono viene dal mercato che, sebbene in costante crescita, sembra più orientato a libri-merce da lanciare a breve termine che agli effetti delle opere letterarie sul lungo periodo. Molti scrittori di questa generazione non entreranno nell’olimpo dei grandi, ma di sicuro hanno dalla loro parte un mercato onnivoro e un’attenzione sempre crescente. Intanto, mentre nel 2010 l’autorevole Associazione degli scrittori di Shanghai 上海作家协会 ha tenuto un seminario sulla ‘Generazione nata dopo gli anni Ottanta’, c’è già chi fa l’occhiolino alla nuovissima generazione, quella nata dopo gli anni Novanta.
Vignette dal web cinese
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