Un profano discute di internet


2011 Feb
03

Un profano discute di internet
门外汉放谈互联网 di He Caitou ( 和菜头 )


Esperto di rete e social network, He Caitou riflette sulla validità e l'utilità del blog. Sarcastico e pungente, a volte pessimista su questa forma di comunicazione, ha affrontato l’argomento in numerosi articoli. Di seguito una selezione degli interventi più interessanti e originali.

Un profano discute di internet (Intervista di Ifanr), 2 dicembre 2010
Articolo originale: 门外汉放谈互联网


Non credo che in Cina esistano blog in senso lato, in Cina ci sono solo i blog dei personaggi famosi e i diari. Il motivo sta nel fatto che una parte del contenuto dell’internet cinese cresce in maniera deforme. Se c’è del contenuto, diventa media. Una volta diventato tale non ha più niente a che vedere con le masse, perché la caratteristica dei contenuti per i media è l’essere selezionati, realizzati e diffusi da professionisti. Alle masse non rimane altro che consumare. […] Per questo le masse pensano che scrivere un blog non le riguardi, ritengono che si tratti di  scritti di gente famosa o di opinionisti.

I blog dei vip, così diffusi in Cina,  usano metodologie proprie dei media tradizionali; non hanno niente di diverso da qualsiasi giornale, o rivista, o programma televisivo. Il blog diventa una rubrica, che non ha niente a che vedere con la gente comune. Quindi non sarà la diffusione dei social network a far scomparire i blog, moriranno presto da loro. [...]
A livello globale la nascita del blog ha alle spalle  un fascino letterario che gli conferisce valore. Se rappresentasse solo un servizio per personaggi famosi, critici, opinionisti, allora il target di questo prodotto in tutto il paese non supererebbe le diecimila persone. È vero che in Cina esistono i BSP (Blog Service Provider), ma bisogna ammettere che non sono moltissimi. Se vogliamo rispettare la realtà dei fatti, dobbiamo essere sinceri: la Cina non ha bisogno di blog.

Chiacchiere oziose in una sera d’autunno, 19 ottobre 2010
Articolo originale: 秋天的夜晚适合闲聊


Pare che ultimamente sia diventato famoso, grazie alla generosità di alcune riviste che hanno usato gli articoli del mio blog. Molti sono corsi sul microblog a chiedermi se non fossi proprio io He Caitou che ha pubblicato sulla X rivista. Scrivere post per dieci anni non è come pubblicare un articoletto su un giornale, questa è la realtà. […] Dopo tutto c’è molta differenza tra rivista e blog? Penso che l’unica differenza sia nella ritualità, una rivista stampata è come una grandiosa cerimonia, che passa attraverso dettagli e piccolezze. La gente è portata a rispettare l’elenco della redazione nel sommario di copertina, del retro, della quarta di copertina: queste cose bastano a dare un senso di formalità. Temo che di questi tempi quello che conta è essere presenti in rete e di tanto in tanto pubblicare in cartaceo, altrimenti il proprio ID non ha più senso.

Felicità, 1 aprile 2010
Articolo originale: 开心


Internet mi piace e sono disposto a investirvi le mie energie e il mio tempo.  Ho sempre amato comunicare, a volte con un bicchiere in mano, a volte scrivendo. Oggi voglio usare le possibilità illimitate offerte dalla rete per conoscere un numero infinito di persone. Non capisco nulla di tecnologia, è una passione. Cerco di rimediare alla mancanza di capacità con la passione.

Riassunto dell’anno, 4 gennaio 2011
Articolo originale: 2010个人总结


Quest’anno mi sono reso sempre più conto di quanto sia poco interessante la scrittura. È utile per cercare sollievo, o se ne si vuol fare un mestiere. Quando si vuole affrontare  la realtà però, è impotente. Quando scrivi è facile ricevere lodi e attestati di approvazione. Ma non posso trattenermi dal farmi una domanda: se penso che quello che scrivo sia giusto, o vero, o utile, o magari bello, come può influire sul mondo? È una domanda pericolosa; dopo averla fatta la terra si squarcia, ne escono fuoco e fiamme. Se ti avvicini al ciglio della voragine non vedi che un abisso vuoto e senza fine.

Abitudini espressive, 17 marzo 2010
Articolo originale: 表达的习惯


Ripercorrendo le varie fasi di internet, mi accorgo che quasi tutti i sistemi intesi come mezzo di comunicazione non funzionano. I primi BBS (Bulletin board system) non erano male,  avevano persino un limite di caratteri. Così si evitavano messaggi inutili. Poi il blog ha dato a tutti uno spazio, seppur rigido e formale. Arrivo a sospettare che le caselle di testo e i tasti di invio possano trasmettere un senso di oppressione. Scrivere per esprimere sentimenti o stupide vicende quotidiane non si accorda  a strumenti di editing così formali. Come avere  sotto gli occhi una Moleskine senza riuscire a scrivere una sola parola.
Inoltre c'è sempre una specie di rito per accedere a questi strumenti. Vuoi visualizzare un sito? Devi inserire nome utente e password; è come aprire il caveau di una banca. Dopo vari passaggi finalmente si arriva alla pagina da editare. Qui una nuova serie di tasti: quello per il  grassetto e quello per inserire le immagini. Insomma ti fanno sentire un vero editore. Quando pubblichi devi poi scegliere tra varie categorie o tag, come se stessi sistemando i tuoi scritti in una biblioteca. Se senti l’impulso di esprimerti,  il tempo richiesto da  tutti questi strumenti ti induce a rinunciare.
[…]
Secondo me, in Cina esistono solo due tipi di generi che permettono di liberarsi dal giogo della bella scrittura: il diario e la lettera. Sono generi privati, che non subiscono la pressione del giudizio del pubblico Se consideriamo il diario o la lettera come un mezzo di comunicazione, tutti possono essere scrittori e anche i più timidi possono trovare il modo per  superare le loro reticenze. Ma quali strumenti offre la rete per rendere possibile quest'atmosfera?

Per ora preferisco concentrare le mie energie nel progetto Cavità nell’albero (1) . Credo che ogni storia personale sia un libro e lascio che siano i protagonisti stessi a raccontarla.

Mi limito ad ascoltare tranquillo. La mia rete ideale permettere a tutti di esprimersi, il che è molto più importante e straordinario dell'opinione di un singolo.

Infatti penso che la priorità sia far parlare i timidi, gli introversi, la gente comune, proprio quella che spesso fa branco. Ma questi devono prima trovare il coraggio e per questo bisogna creare un luogo che li faccia sentire tranquilli. Bisogna garantire un’atmosfera che permetta loro di esprimere la creatività, che li scuota e li faccia condividere qualcosa con gli altri, che li renda felici per un giorno o li coinvolga per una sera. Bisogna che trovino il coraggio di affermare che la loro vita, le loro parole, i loro valori, non devono provocare imbarazzo; anzi, sono degni di essere registrati.

Non so ancora come si possa fare, ma questo è l’internet ideale. Per me.

(1) Cavità nell'albero 树洞 http://www.shu0.net/ è un progetto blog che He Caitou segue dal 2008. Come suggerisce il sottotitolo "permettere anche alle voci più deboli di essere ascoltate", il blog è uno spazio che ospita lettere di fan e lettori.



Tradotto da Lucia De Carlo, 03 Febbraio 2011
 



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