Terza parte di Taohua jiu shu (La redenzione dei fiori di pesco), il racconto breve della scrittrice Zhang Yueran, che racconta turbamenti e iniziazioni di tre giovani le cui storie si intrecciano con l'intensità che solo gli adolescenti sembrano percepire. La trama si snoda tra domande esistenziali, tradimenti e scoperta della vita.
VIII
Ho conosciuto Ocra durante un viaggio. Era la primavera dei miei 18 anni. Era la prima volta che viaggiavo da sola.
Mia mamma mi portò all’aeroporto. Incontrammo Ocra. Ocra ed io eravamo nella stessa scuola superiore, ma lui era più piccolo. Conoscevamo solo vagamente i reciproci nomi. Mia mamma mi affidò a lui, voleva che badasse a me che ero assolutamente inesperta.
Quando cominciò a fare buio stavamo chiacchierando nella sala d’attesa dell’aeroporto.
Sono più grande di te, dissi, non ho bisogno che mi badi.
Sorridendo fece un cenno con la testa. Non mi credette affatto. A quanto pare avevo effettivamente bisogno di qualcuno che badasse a me. Era sempre stato così.
Da una città del sud a una città del nord. Cominciò a nevicare. Quando ci lasciammo lui era in debito di una cassetta in cui aveva registrato un discorsetto. Proprio così, lui venne a regalarmi la cassetta, poi una cosa, e poi un’altra, siamo sempre stati d’accordo sul portare all’altro qualcosa, abbiamo sempre dovuto un qualcosa all’altro. Un debito non ancora non saldato.
Dopo che Ocra entrò nella mia vita, capii che forse avrei potuto godere di una salvezza temporanea. Ma ero già profondamente risucchiata dal buio e da Tori Amos. E dalla mia paura del sesso. Lui era ancora un bambino. Quando scoprirà la mia malattia, mi lascerà. Oppure sarò io che, prima, scoprirò che è cresciuto, e farò una scenata. Poi lo lascerò.
Ma lui era diverso da tutti i miei ragazzi. Era un bambino puro. Quando ero insieme a lui, spesso potevo sentire il suono degli angeli che sbattevano le ali al suo fianco. Un fruscio.
Lui andava regolarmente in un ristorante occidentale in cui c’erano grandi pareti in vetro ed un prato. Solo in seguito ho saputo che era perché lì aveva sede il suo club di lettura preferito. C’era una grande vetrina, dentro c’erano libri in inglese di ogni tipo, difficili da trovare. Lui ne era un membro. Si scambiavano libri.
La sua casa aveva un balcone semicircolare, sulla tenda della finestra aveva attaccato bottoni di colori differenti.
Lui è cristiano, ma non è assolutamente fatalista. Dice sempre: spero soltanto che i miei sforzi Dio possa vederli.
Nella sua casella di posta ci sono sempre biglietti per mostre o pièces teatrali che gli inviano i suoi amici.
Non litiga mai con gli altri. Quando gli viene chiesto di dare un parere su qualcuno che non gli piace, dice sempre che non lo conosce molto bene. È andato a incontrare Guoguo da solo. Voleva soltanto chiederle se quando mangio il minestrone devo o non devo respingere le carote, quando mangio la pizza devo rifiutare la cipolla o no. E così per tutte le cose che amo mangiare. Le ricorda tutte una ad una.
Se eravamo in ritardo tornando da un’uscita, telefonava a mia madre dopo essere tornato a casa. Si scusava. Mi scusi, signora, è colpa mia se Xiaoran è tornata a casa tardi. La prego, non incolpi lei. Ha persino fatto diventare amiche mia mamma e sua mamma. Facevano lunghe chiacchierate su di me, con abbondante interesse.
Siamo ben assortiti. Se solo il tempo tornasse indietro a quando Guoguo aveva 18 anni, quando io ero ancora una bambina sana.
IX
Finalmente, in un pomeriggio d’estate dopo la maturità, il mio Ocra crebbe.
Eravamo seduti. Xiaoran, disse, guarda: sono diplomato. Penso di avere la capacità di promettere che ti sposerò.
La mia faccia rapidamente cambiò colore. Avevo paura che continuasse a parlare. Che dicesse ciò che avevo paura di sentire. Questo è l’Ocra che amo. Mi era impossibile dirgli, vai via.
Ocra, non sai che non posso sentire niente. Nella mia mente, Tori Amos stava ricominciando a correre. Era stata catturata dal tizio nero. Il suo percorso verso la felicità era stato bloccato.
Piangeva, cantava.
Ocra, Guoguo era la mia amata sorellina, nell’album di foto di casa mia c’erano più foto sue che mie. Lei e un ragazzo erano finiti in un luogo buio. Scuro come quella strada sulla quale si trovava Tori Amos. Il ragazzo, il mio amato bambino, rideva furbescamente. Come il sorriso di quel nero, aveva il desiderio sudicio delle fogne. Erano insieme.
Ocra non devi dire altro.
Io alla fine ho aperto bocca per fermare ciò che stava per succedere, va bene va bene. Ho capito. Lui disse, Xiaoran, ho sempre aspettato questo giorno, aspettato a lungo. Penso ci siano cose che devo dirti.
Questo modo di parlare lo conosco bene. Come quello di Guoguo. Alla sua festa dei 18 anni, dopo aver accettato il mio regalo, la mia benedizione, mi disse cosa accadde, quando aveva sedici anni, tra lei e il ragazzo che amavo. Non c’erano il tessuto di cotone bianco e rispetto dell’amore.
Ricominciai a piangere. Dissi Basta, smettila. Non ho energia per odiare di nuovo qualcuno.
Ocra lasciò trasparire l’espressione più dolorosa da quando l’avevo conosciuto. Non aveva sperimentato dolore prima, che bella cosa. Perché si deve crescere. Lui disse, Xiaoran, ciò che ti è accaduto, ciò che è accaduto a Guoguo io lo so. Guoguo me l’ha detto. Ho sempre fatto finta di non sapere, in realtà non sono assolutamente quel bambino che non sa nulla come tu pensi. Sono veramente innamorato di te, come nel giuramento del matrimonio, nella malattia come nel dolore. E poi voglio certamente sposarti.
Sai fare qualcos’altro oltre a ferirmi?! Ruggii forte.
Non potrei mai ferirti, ciò che non ti piace non lo faremo mai. Ma io voglio ancora sposarti. Ascolteremo tranquillamente le canzoni di Tori Amos, il suo dolore non ha nulla a che fare col tuo. Lo sai, lo sai, nemmeno Tori si è sposata. Indossava pizzo bianco, rideva in modo così innocente. È tanto felice, adesso. Anche tu puoi esserlo, ma devi tenermi nella tua vita. Io sono in grado di farlo.
Ti rispetterò per sempre. Disse alla fine.
Lo fissai con occhi rossi gonfi. Che stupido. Dedica la sua vita a salvare questa persona malata. Lascia perdere, dissi, Ocra sarebbe ingiusto verso di te.
Il tuo amarmi per me è giusto, il tuo lasciarmi nella tua vita per me è giusto, disse. Si avvicinò a me, per baciarmi.
Amo Ocra. Voglio essere giusta con lui.
Sotto la forte luce del sole di quel giorno d’estate, spalancai i miei occhi piangenti. Guardai quel ragazzo. Lo guardai attentamente. Inclusi i suoi capelli, che crescevano lussureggianti nella luce del sole. E poi quel colore rosa in fondo ai suoi occhi. Il rosa è così luminoso, può fiorire nei petali di pesco.
I petali di pesco cadono nei miei occhi, uno, due, molti.
Chiesi a Dio se avrei avuto un’altra possibilità di crescere i fiori di pesco.
Dio e tutte le persone che mi amano erano dietro a Ocra. Dissero: sii orgogliosa, mia amata bambina.
Alla fine si fermò. La ragazza che correva nella strada buia. Da ragazza a donna. Aveva già indossato abiti di seta bianca pulita, stava in piedi luminosa sull’altro lato della strada. L’altro lato di un’altra strada. Lei disse di essere guarita. Chiese ancora: e tu? Come ti vanno le cose?
Io? Io… io… alla fine gridai il suo nome. Ocra, Ocra, Ocra. Questa volta non volevo chiamare il nome sbagliato. Questo nome impossibile da sostituire.
Ocra, dissi, ho una domanda molto importante. Molto importante. Voglio fartela.
Con incomparabile gentilezza mi chiese: Cosa? Xiaoran.
Avevo il viso pieno di lacrime. Chiesi ad Ocra:
Hai un lenzuolo di cotone bianco, vero?
Tradotto da
Camilla Dina, 17 Dicembre 2014
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