Ora e qui



Traduciamo il testo che fornisce il titolo al libro Qui e ora «此时此地, Time and Place», (Guilin, 2010). E' stato scritto da  Ai Weiwei il 13 agosto 2006.


Qui e ora.


Sono nato in un hutong di Pechino, in vicolo del Tofu, nella parte ovest della città . Poi i miei genitori si sono trasferiti, prima nel Dongbei, dove abbiamo vissuto in una foresta e poi nello Xinjiang, dove abitavamo in un fabbricato di case a schiera in stile sovietico. Ho abitato in un dormitorio e, in seguito, in una casa scavata in terra e coperta con foglie di alberi.

Quando l'abbiamo lasciata è stata trasformata in un porcile. Quando sono andato in America ho vissuto in scantinati e in case di amici e quando sono tornato a Pechino ho abitato in un siheyuan [lett. Abitazione di quattro lati, tradizionali costruzioni cinesi, caratterizzate da un cortile centrali e stanze disposte sui quattro lati] . Ora vivo nel mio studio.

In pratica ho vissuto in tutti i tipi di costruzioni immaginabili, comprese le pensioni familiari durante i viaggi in Europa. In Italia ho dormito in una casa che era lì da trecento anni, arredi compresi. La casa in cui vivo oggi mi piace, [...] è uno spazio flessibile. [...] Amo le cose “semplici”, sono più dirette. Anch'io sono una persona semplice e non ho bisogno di saggezza e filosofia per affrontare le cose che mi capitano; forse sono fortunato. Anche per l'architettura o il design d'interni mantengo un'analoga semplicità; confido nell'istinto e nelle conoscenze del mestiere per terminare un lavoro.
Mi bastano materie prime e tecniche rudimentali per essere contento. È come in cucina: non sempre c'è bisogno di mischiare spezie e aggiungere odori. Anche una verdura lessa ha un suo sapore. La qualità, il colore e il sapore sono il frutto del sole, dell'aria e della terra. [...] Il mio design ha una caratteristica: lascia un margine, uno spazio e un una possibilità. Credo che la libertà sia questa. Non mi piace impormi agli altri; se permettiamo alle forme e allo spazio di tornare alla loro origine, raggiungeranno la più grande libertà. A questo non va aggiunto niente altro.

Uno spazio ha una sua dignità e una propria anima che non può essere cancellata anche se contiene solo una lampada, una sedia e un bicchiere. Perché modellarlo? [...] I sentimenti non possono essere certo disegnati da un designer. È come quando passeggi in riva al mare e raccogli belle conchiglie e sassi interessanti. Quando guardi una sedia che ha centinaia di anni, provi curiosità, puoi addirittura arrivare a percepire le abitudini degli antichi, i loro pensieri; ma non per questo la devi esibire. Una sedia antica non ha altro valore che questo.

Non voglio essere influenzato. Ho molti libri e conosco abbastanza bene l'arte antica cinese. Il mio impegno ora è dimenticare giada, legno e bronzo per evitare di percorrere una strada già percorsa e di dire cose già dette. Voglio avere uno sguardo nuovo ogni volta. “Questo momento e questo luogo” non sono sostituibili. In qualsiasi opera d'arte, di architettura e di design, l'”ora e qui” - questo momento e questo luogo - è l'elemento principale. [...] Ho scritto dello spazio e delle emozioni che scatena. Lo spazio è strano, è materia ma, allo stesso tempo, è impalpabile come l'anima. Molti pensano che gli spazi alti e grandi, sono i migliori. In verità questo non è importante.

Anche gli spazi piccoli hanno il loro “sapore”, così come quelli bassi o quelli stretti. Ogni spazio ha una serie di particolarità che si trasformano in possibilità. In Cina non ho mai visto designer bravi. Spesso manca loro una concezione chiara dell'“ora e qui”. Non esprimono l'epoca in cui viviamo, quella che abbiamo passato e quella che affronteremo, ma sono comunque orgogliosi di se stessi e della propria arte. [...] A me non interessano fama e profitto perché credo che qualsiasi tipo di valutazione è soggetta a condizioni fortemente limitate. Possono darti gloria e onori, e te li possono sottrarre. [...] Non mi interessa l'opinione della gente, anch'io ne faccio parte.[...] Non ho rimpianti perché non mi sono mai impegnato molto in passato.

Ho realizzato di aver fatto molte cose solo dopo averle fatte. Mi ricordo della prima casa che ho costruito, solo dopo averla terminata mi sono reso conto di essere un architetto. [...] Non riconosco i miei errori, penso che così doveva essere, che così ha voluto il cielo. Se non faccio in tempo a capirli, come faccio ad essere soddisfatto? Se le analizzo per bene, forse ho fatto solo cose belle. [...] Un mondo interessante è un mondo in cui le persone sanno dire con sicurezza cosa gli piace. Se tutti seguissero ciecamente le mode, questo mondo sarebbe troppo noioso. La vita è il cammino di ognuno verso il proprio luogo, è fare delle cose secondo la forma-mentis di ognuno. Fare ritorno a se stessi è la cosa principale, ma è anche la più difficile. Dopo anni di lotta, difficoltà e impoverimento, dopo l'esilio del pensiero, la degenerazione educativa e il declino dell'estetica, la realtà è già danneggiata.

Essere se stessi come si era in origine è difficile, ma è fondamentale.

Tradotto da Tania Di Muzio, 08 Luglio 2011