Dallo sviluppo scientifico allo sviluppo benefico*
从“科学发展观”到“民生发展观” di
Xin Lijian ( 信力建 )
Il post è del 13 novembre 2012, giorno successivo alla chiusura del XVIII Congresso del PCC: un commento a caldo sulle sfide dei nuovi leader cinesi e sul futuro dei cinesi. *Il termine chiave di questo testo, minsheng fazhan guan, nel titolo è reso con sviluppo benefico, mentre nel testo è reso con la formula più appropriata, ovvero sviluppo "del benessere".
Il XVIII Congresso è un meeting fondamentale, perché non solo rappresenta un glorioso sipario che cala sull'era di Hu Jintao e Wen Jiabao, ma segna anche l'ingresso formale nell'era di Xi Jinping e Li Keqiang. Certamente i nuovi leader incarnano una nuova ideologia di governo e nuovi obiettivi per cui lottare. E quindi, nell'era Xi-Li che sta per aprirsi, quali dovrebbero essere le nuove ideologie e i nuovi obiettivi?
Meglio fare prima qualche passo indietro. Nell'era Hu-Wen l'idea centrale e più distintiva è stata senza dubbio il “concetto di sviluppo scientifico”. [...] Si basa sulle condizioni di base di un Paese nella fase iniziale del socialismo. È stato proposto come componente ideologica di una strategia adatta alle nuove esigenze dello sviluppo cinese, che pure tanto ha appreso dallo sviluppo dei Paesi stranieri. [...] Questo non vuol dire sottovalutarsi e pensare che il nostro ruolo sia quello di rimanere per sempre indietro, e ancor meno che siamo sganciati dalla realtà e impazienti per i risultati, bensì che [la fase iniziale del socialismo in cui ci troviamo] è la base fondamentale sulla quale vengono promosse le riforme e pianificato lo sviluppo. [...] L'ideologia delle sviluppo scientifico è ritenuta dal governo "importante pensiero strategico del Partito Comunista Cinese", perciò durante il XVII Congresso è stata inserita nel suo statuto, diventando così una delle ideologie guida.
Dopo la "scienza" cosa dovrebbe esserci? Il "benessere"! Per questo forse, potremmo affermare che l'ideologia politica che dovrebbe arrivare nell'era Xi-Li è proprio lo "sviluppo del benessere”.
Lo affermiamo per questi motivi: prima di tutto, in teoria, la "scienza" è solo un mezzo. Che mezzo? Un mezzo per "aumentare" il benessere. Ed è anche per questo che Deng Xiaoping affermava che "le prime forze produttive sono la scienza e la tecnologia".
Le cosiddette forze produttive sono le potenzialità naturali dell'uomo per trasformare e conquistare la natura. E l'obiettivo di trasformare e conquistare la natura è esattamente in funzione del benessere, per aumentarlo. Così, dopo il "concetto di sviluppo scientifico", sarà automaticamente il turno dello "sviluppo del benessere".
In secondo luogo, se guardiamo alla storia, notiamo che la scienza è un concetto che storicamente si è sempre accompagnato molto bene con la democrazia. Su questo dovremmo riflettere un po'. […]
Nel parlare della relazione tra democrazia e benessere, [...] non sono d'accordo con chi sostiene che "un benessere incompleto non permetta una democrazia perfetta". In realtà è precisamente il contrario: se non vi è una democrazia compiuta non si potrà certo avere un benessere sano. Se i cittadini non sono tutti uguali, se la minoranza non risponde alla maggioranza - condizione fondamentale della democrazia - allora non si godrà neanche del benessere minimo.
Il progresso del benessere dipende certamente dal progresso della democrazia, e viceversa. Se così non fosse, se la democrazia non fosse che una conseguenza del benessere, ciò equivarrebbe a realizzare solo le aspirazioni personali; e se il benessere si sostituisse alla democrazia, ostacolandola, [...] non solo non risolverebbe i problemi, ma intensificherebbe i conflitti, sarebbe uno sforzo vano e un'offesa agli altri.
[...] Un benessere che non fosse sorretto dalla democrazia, che si realizzasse sotto un sistema autocratico, sarebbe estremamente instabile, creerebbe quei privilegi che danno origine a una corruzione diffusa; sfruttando l'opportunità del benessere, la degenerazione si estenderebbe dall'alto al basso, con il risultato che quando il benessere raggiungerà le masse dei lavoratori, si tratterà di benefici piccoli come gocce nell'acqua. E dopo la diffusione progressiva di corruzione e degenerazione, il benessere sarà ancora degli autocrati. [...]
Nel nostro Paese, i tanti leader che si sono succeduti nel passato hanno pianificato lo sviluppo ognuno a modo suo e quelli successivi sono intervenuti con nuove politiche e modelli di sviluppo alternativi. Il nostro popolo ha mai avuto coscienza delle decisioni politiche, vi ha mai preso parte? No, non abbiamo mai avuto esperienza di una cosa del genere, abbiamo sempre accettato passivamente i piani fissati dai leader, generazione dopo generazione. Per questo possiamo affermare che se davvero si vuole risolvere i problemi del benessere, allora si deve realizzare una democrazia reale. Solo quando il benessere si realizza in un sistema democratico, il popolo fa esperienza del diritto da cui deriva la libertà di scelta. [...]
In realtà questo "concetto di sviluppo del benessere" non è uno sconosciuto arrivato inaspettatamente; il "precursore della rivoluzione democratica" Sun Yat-sen lo aveva già promosso a gran voce, sostenendo il principio del benessere del popolo [uno dei tre principi del popolo formulati dallo stesso Sun Yat-sen, Ndt]: lo sviluppo economico avrebbe permesso l'uguaglianza tra le persone, la condivisione dell'agio e avrebbe permesso alla Cina di non intraprendere mai più la strada della rivoluzione. [...]
Riassumendo, il concetto di sviluppo del benessere probabilmente ci sta aiutando in quel lavoro di creazione di un mondo perfetto che rispetti i nostri desideri, che dalla sfera ultraterrena si realizzi in quella umana e che dal mondo delle idee si trasferisca in quello reale. Il cambiamento avviene nel presente. Il perseguimento, in questa vita, di migliori condizioni di vita, di un moderato incremento del benessere, dell'ideale di una Cina umanista, di una Cina bella, dovrebbe essere il pensiero e l'auspicio della nuova generazione di leader. [...]
[Foto credits: csstoday.net]
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