Sinologie: La capanna dello zio Tom


2012 Mag
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Sinologie: La capanna dello zio Tom


Lin Shu 林纾, prolifico traduttore del 1900. Ha tradotto circa 180 opere da molte lingue occidentali al cinese, ma non conosceva nessuna delle lingue di partenza.
Qual è il ruolo del traduttore, quali i suoi limiti e i suoi diritti? Un tema ampliamente dibattuto che non trova una conclusione. Vi proponiamo la traduzione in italiano della traduzione in cinese della Capanna dello Zio Tom di Harriet Beecher Stowe (scusate la ridondanza...).
Un modo per far rivivere un traduttore del passato, Lin Shu, e dare spazio ad una giovane traduttrice: Chiara Buchetti.

Alla base delle traduzioni di Lin Shu c'era un lavoro collettivo di narrazione e riscrittura: su China Files Chiara Buchetti illustra la metodologia impiegata da Lin Shu e i traduttori cinesi di inizio Novecento.



La capanna dello zio Tom - Primo capitolo

In America, nella provincia del Kentucky un giorno di febbraio che, pur preannunciando la primavera, costringeva ancora a sopportare freddo e umidità, due uomini bevevano del vino l’uno di fronte all’altro, senza nessun domestico a servirli.

Essi erano assai diversi tra loro per aspetto e temperamento. Il primo dei due, dall’aspetto cattivo, si chiamava Haley, indossava magnifiche vesti, un anello d’oro di fine fattura, e anche un orologio d’oro. Sembrava un uomo arricchito, ma parlava in modo volgare, quasi rude. L’altro uomo era raffinato, di famiglia non particolarmente abbiente, e si chiamava Shelby.

Shelby disse ad Haley: “I commerci al giorno d’oggi, bisognerebbe proprio condurli con l’attenzione che vi dedico io!” Haley disse: “I miei principi sono molto diversi dai vostri!!” Finito di parlare, prese una enorme sorsata di vino. Shelby disse: “Vi cederò il mio schiavo Tom. È un uomo estremamente onesto, è un lavoratore, non è un furfante. Darò ordine che diventi subito vostro, vale più del mio debito.” Haley rispose: “Tra gli schiavi al mondo, i prodotti di qualità sono rari: non state forse esagerando con le vostre parole?”, e bevve di nuovo.

Shelby rispose: ”Questo schiavo è al mio servizio da lungo tempo, l’ho allevato io, è lui che si occupa dei miei buoi e cavalli, so che mi serve con assoluta dedizione: non è uno schiavo come tutti gli altri.” Haley non rispose, dopo un po’ disse: “Gli schiavi in genere sono dei poco di buono. Ma ce ne sono alcuni buoni: le vostre parole forse non sono false”. Shelby disse: "Questo schiavo è un fervente cristiano, le sue parole sono sempre sincere." Haley disse: “Tempo fa acquistai uno schiavo da una famiglia povera, e in seguito l’ho rivenduto ricavandoci seicento dollari. Io sono un mercante di schiavi, ma non sono crudele nel trattare gli schiavi. Questo Tom vale: dovrebbe poter ricompensare il vostro debito, ma la mia attività ultimamente attraversa un momento di crisi, non posso permettermi perdite: come faccio?” E
121mentre diceva ciò sospirava senza posa.

Shelby sapeva che Haley era avaro così, sapendo di non potere spuntarla, disse nuovamente: “Sono molto affezionato a questo schiavo, se non danneggia troppo la vostra borsa, possiamo trovare presto un accordo.” Haley disse: “Se poteste offrirmi anche un piccolo schiavo, non importa se maschio o femmina, l’affare è fatto.” Shelby ci rimuginò un po’ sopra e poi rispose: “Per la miseria! Se non fossi povero fino a questo punto, come potrei sopportare di vendere uno schiavo, e per di più a questo schiavo dovrei pure aggiungere un piccolo schiavo!” Dette queste parole, la porta si aprì, e si precipitò dentro un bambino di quattro o cinque anni, dall’aspetto intelligente e furbo, la chioma infantile ancora soffice, sorridente, in costante movimento, come un piccolo tornado, due occhi brillanti e franchi. Vedendolo, Haley rimase meravigliato.

Haley notò le sue belle vesti, e capì che questo piccolo schiavo doveva stare molto a cuore al padrone e alla padrona. Shelby lo fece ballare, era pieno di vivacità in ogni suo gesto, i due ne furono molto divertiti, e gli offrirono dei dolciumi. Haley disse subito, dando un colpetto sulla spalla di Shelby: “Questo potrebbe essere il giovane schiavo che ti chiedevo?” Poco dopo una giovane donna entrò inaspettatamente, e il bambino si gettò sulle sue braccia: impossibile sbagliarsi, era la madre del piccolo schiavo. Non appena la donna fu entrata, Haley indugiò il suo sguardo su di lei, fece subito due conti considerando tutti i vantaggi dell’affare con buon occhio da mercante. Shelby disse sospirando: “Eliza, cosa sei venuta a fare?” Eliza rispose: “Sono venuta a cercare Harry.”

Harry mostrò alla madre i dolcetti che aveva in mano, donatigli dal padrone e dal suo ospite. Shelby disse: “Allora portalo via!” Ed Elisa uscì. Haley disse: “Se il padrone vendesse questa bella schiava nel sud, nella città di Orleans, farebbe molti soldi. Ho visto tanti schiavi molto meno belli della vostra, ha un valore incalcolabile, come è possibile che abbiate una schiava così bella!” Shelby disse: “Non potrei mai arricchirmi sulla pelle di questa schiava” Haley disse: “Se deciderete di venderla, non baderò a spese.” Shelby disse: “Non ve la venderò mai, mia moglie non si separerebbe da lei, anche se ci dessero in cambio un mucchio d’oro alto quanto lei, per mia moglie non avrebbe alcun valore.”

Haley disse: “Cosa può capirne una moglie degli affari? Voi ditele soltanto: ceduta questa schiava, con i soldi ricavati si possono comprare orologi d’oro e gioielli preziosi, perché non venderla?” Shelby disse: “Non mi convincerete neanche se mi darete tutto l’oro del mondo!” L’espressione di Haley improvvisamente mutò, e disse urlando: “Ma io devo poter prendere almeno il piccolo schiavo!” Shelby disse: “Allora al mondo vi sono persone così irragionevoli, da volere portare via gli schiavi degli altri!” Haley disse: “Ho affrontato un lungo viaggio tortuoso per arrivare fino qui da voi. Un mio buon amico vorrebbe comprare un bambino, e io ho pensato a questo piccolo schiavo. Ve l’ho proposto nel caso riusciamo a trovare un accordo.”

Shelby disse: “Non potrei mai strappare con la forza a una madre la cosa più preziosa che ha per il mio profitto!” Haley disse: “Le donne sono infide, le detesto. Se riuscite ad allontanare la madre, sarà facile prendere il bambino. Quando lo saprà, il figlio sarà ormai lontano e piano piano, adescandola con qualche regalino, smetterà di pensarci.” Shelby non rispose. Haley disse: “Il cuore degli schiavi neri è diverso da quello dei bianchi, tendono a dimenticare, non bisogna nutrire sentimenti di compassione. La gente dice che i mercanti di schiavi si rovinano la coscienza, secondo me invece indignarsi non è sempre sbagliato. Siccome nel mio commercio tratto diversi tipi di persone, mi occupo anche di commercio di bambini, tutte le volte è come se [il figlio] fosse stato portato via da un’aquila o un lupo. Per quanto la madre che ha perduto il suo pulcino possa essere sconvolta, deve comunque vivere e produrre, ma spesso [molte di queste donne] diventano furiose e non si riprendono più. Ho sentito di una donna che per la sofferenza provocata dalla perdita del figlio si è lentamente lasciata morire.” Quando si vende un bambino, questo piange disperato di nostalgia per la madre, e la madre vorrebbe seguirlo, il padrone allora imprigiona la madre in un’altra stanza, si ode un pianto disperato per tutta la notte, e la donna può morire tanto ha il cuore infranto. La famiglia che l’aveva comprata perde così più di mille yuan del suo valore.

Mio caro padrone, sono convinto che ha fatto male i conti. Io ho molto ritegno: non oso agire illecitamente legando gli schiavi, in modo da mantenerne sempre l’ottima qualità, per non perdere il guadagno che mi è dovuto.” Shelby iniziò a pelare un’arancia, senza rispondere.

Haley disse ancora: “Ho trattato con gli schiavi diverse centinaia di volte, ma non ho subito nemmeno una perdita perché uso le buone maniere con le persone. Io ho buon cuore: molte persone fanno questo lavoro senza cuore, e mi criticano per la mia bontà, ma io non li sto a sentire. In passato c’era un certo mio collega che trattava gli schiavi con estrema crudeltà. Io gli dicevo spesso che quando si allontanano i bambini dalle madri, queste piangono costantemente, e non si potrebbe dare loro dolore più grande: anche se le prendi a frustate, che vantaggio ne trarrai?

Se la donna è affezionata al bambino e piange, è una cosa naturale, se usi la forza per reprimerla, il dolore, la rabbia e la furia repressa saranno sufficienti ad ucciderla. Se cercherai di essere più generoso, per dissipare la sua disperazione, il suo volto brillerà, e io potrò ricavarne un buon compenso. Ma il mio amico continuò a comportarsi crudelmente, provocano la morte di molti schiavi. Io, temendo per i miei capitali, decisi di non collaborare più con lui.” Shelby disse: “ Dicendo così, pensate di essere buono?” Haley rispose: “Certo. Non permetto alle madri dei bambini degli schiavi di vedere i propri figli, così esse non si uccidono per amore dei figli, questa è una prova della mia bontà.”

Shelby disse: “Secondo le vostre parole, allora io non tratto i miei schiavi con bontà?” Haley disse: “Secondo me, non ve ne vengono grandi vantaggi: i signori del Kentucky trattano troppo bene gli schiavi. Se li vendono, quei mascalzoni non sono abituati a lavorare, sono arroganti e pigri, spesso mi sento in imbarazzo con i nuovi padroni. E cosa dire quando non li vendono, ma anzi prima li istruiscono, li fanno entrare in famiglia, e pensano che non ci sia niente di strano, ritenete che questo metodo sia migliore? Io sono convinto [del mio metodo] con tutta la mia coscienza, temo solo che chi verrà dopo di me non mi imiterà, per cui vi consiglio di trattare gli schiavi secondo il mio metodo: non c’è nulla di cattivo in esso.” Shelby disse: “Stabilisco io come occuparmi delle mie cose, voi seguite pure il vostro metodo.” E i due smisero di parlare.

Haley disse a Shelby: “Qual è la vostra opinione? Per quanto mi riguarda ho già preso la mia decisione!” Shelby disse: “Permettete gentilmente di consultarmi con mia moglie. Non dite altro, in famiglia ci sono molte bocche, le voci girano e oltrepassano le tende: questa faccenda in particolare non è semplice .” Haley disse: “Prometto. Solo che ho un’indole impulsiva, non posso aspettare a lungo, mi interessa sapere come finirà. Vestendosi per uscire, Shelby disse: “Passi stasera e avrà la mia risposta.” Quando Haley se ne fu andato, Shelby era molto arrabbiato, gridò tra sé come fosse un’aquila, avrebbe dovuto trattarlo male, si disse, furioso. Lui pensa che, a causa di un antico debito, mi possa costringere sotto pressione, ora so quanto è amaro contrarre debiti durante la propria vita! Inoltre mia moglie ha tanta umanità e compassione, come posso chiederle di vendere gli schiavi per ripagare un debito? E poi il piccolo Harry, mia moglie lo custodisce sotto le sue ali, se do via il bambino ne sarà completamente sconvolta, come potrei spiegarglielo?

Generalmente Shelby era una persona onesta e premurosa; diceva tra sé: ‘Quando mi serve la forza di uno schiavo, gliene lascio sempre un po’: non sono come gli altri padroni, che sfruttano tutte le forze dei loro schiavi senza concedere loro mai riposo. I padroni nel trattare gli schiavi seguono il metodo di sfruttare gli schiavi [senza pietà], per diventare sempre più ricchi, mentre io non oso eccedere, e mi accontento del necessario. Il governo dello stato, nonostante consenta ai potenti di vendere gli schiavi, quando i vecchi padroni sono gentili [con loro], non può proibire ai nuovi padroni di comportarsi da crudeli sfruttatori. Ma continuando così, è come se questo comportamento compassionevole non producesse affatto una piena bontà.’ Il carattere di Shelby era pacifico, cortese e garbato, trattava gli schiavi con benevolenza, aveva davvero un senso morale elevato. Ma questa volta, per ripagare il debito che aveva contratto con Haley, non poteva non vendere alcuni schiavi, e davvero ciò andava contro i suoi desideri.

Mentre Shelby e Haley discutevano, Eliza aveva origliato da dietro la porta, e i due non se ne erano accorti. Aveva sentito che Haley voleva forzare il padrone a pagare dei debiti, portando via Harry, e avrebbe voluto ascoltare di più, ma da lontano aveva sentito che la padrona la chiamava, e obbedì, apparendo pallida dalla paura. La padrona Emily se ne stupì, e volle sapere tutto: “Cosa ti ha ridotto in queste condizioni?” Eliza scoppiò a piangere, non riusciva a parlare. Emily voleva sapere, Eliza disse: “Il padrone sta parlando con un mercante di schiavi.” Emily disse: “Come mai ti interessano gli affari del padrone e del suo ospite?” Eliza rispose: “Padrona, lei sa che il padrone vuole vendere Harry?” Appena finito di parlare cominciò di nuovo a piangere senza controllo. Emily sbigottita disse: “Non sai che mio marito non tratta con i commercianti di schiavi del sud? Tu e tuo figlio potete continuare a fare il vostro lavoro, non sarete venduti. Inoltre, Harry è il tuo amato bambino, e tu lo ami, ma è caro anche agli altri [a me e al padrone] e, come te, è come uno della famiglia. Perciò, non piangere: me ne occuperò io.

Eliza disse: “Ma il padrone sembra intenzionato a vendere Harry, spero che la padrona non lo permetterà.” Emily promise. Dopo la promessa Eliza si sentì un po’ sollevata, e lentamente rassettò il letto. Emily, era di famiglia nobile, importante e altolocata, i suoi modi erano gentili e ammirevoli, la prima donna colta del Kentucky. Spesso le persone [che sembrano] piene di umanità, in effetti non sono che una massa di parole vuote, ma per Emily [era diverso]: ogni sua azione rispecchiava il suo amore per gli esseri umani. Oltre al suo comportamento, era profondamente religiosa, sebbene il comportamento del marito fosse talvolta leggermente diverso dal suo, ogni volta che egli vedeva come Emily governava rigidamente i suoi quartieri femminili, il suo rispetto [per lei] ne veniva aumentato, per cui sovente ascoltava lei per la conduzione degli affari di famiglia. Di solito alacre nel controllare gli affari degli schiavi, Shelby aveva un criterio: riteneva che, se talvolta egli non era virtuoso, la moglie sarebbe stata per lui modello di virtù, e che sarebbe stata un esempio di integrità per entrambi. Questa volta Emily, nonostante avesse sentito le parole di Eliza, pensava che suo marito fosse una persona buona, che non potesse fare una cosa del genere, e che l’accordo non si sarebbe fatto.