Poeta, saggista e scrittore, Han Dong ci guida in una definizione del senso estetico propesa verso valori innati, universali e staccati dall’intelletto. Il post è tratto dal blog dello scrittore ed è datato 15 aprile 2010.
Il senso estetico non è altro che sensibilità per la bellezza. Emerge dal modo in cui ci si veste, dallo stile e dagli atteggiamenti, così come –naturalmente- nei gusti e nelle preferenze.
Credo sia fuorviante sostenere che gruppi diversi di persone hanno un senso estetico diverso. Gli standard della bellezza sono differenti, così come ciò che mette in risalto la ricerca del bello, ma il senso estetico è unico. Il senso estetico è un concetto soggettivo, in quanto esprime soggettività; tuttavia il bello e i criteri della bellezza appartengono alla sfera dell’oggettività. Che una cosa sia bella o meno è un discorso, che io ne venga colpito è un altro.
Oggi come oggi le cose belle sono ovunque, o meglio: ovunque c’è qualcosa che viene proclamato come bello; eppure c’è una relativa povertà dell’esperienza soggettiva del bello.
Mettere i paletti su cosa sia bello è un atto collettivo, ma il coinvolgimento di fronte al bello è invece a tutti gli effetti qualcosa legato all’individuo.
Gruppi di persone diverse professano diverse forme di bellezza ma il senso estetico è comunque unico. Ad esempio, secondo i ricchi il bello equivale al consumo materialistico, per i ragazzi è nello spirito di rivolta della gioventù, all’interno dei circoli di intrattenimento è nella moda del momento, tra i politici e la gente importante è nella rispettabilità di facciata. Queste sono solo definizioni del bello e non manifestazioni di senso estetico.
Un discorso a parte spetta al bello nell’arte. Poiché per definizione l’arte ha a che fare con la bellezza e cerca il bello nella bellezza; non è necessario né consentito tirare in ballo altri fattori. Sebbene anche il bello dell’arte sia soggetto alle influenze della tradizione, della cultura, dell’ambiente e delle epoche, tuttavia per natura è quello che ha più possibilità di avvicinarsi alla purezza. In altre parole il bello dell’arte è quello che più degli altri è votato al senso estetico. In realtà il senso estetico è proprio la sensibilità per ciò che è dotato di una bellezza pura, o ancora la sensibilità per ciò che è bello all’interno di realtà eterogenee. In sintesi è la sensibilità per la bellezza, ecco tutto.
E la bellezza pura? Da cosa è generata? Dal mio punto di vista semplicemente dall’armonia, dall’equilibrio, dalla cultura, dalle relazioni e dal ritmo.
Gli elementi a cui si indirizza il senso estetico sono proprio questi e non sovrastrutture aggiuntive. Il bello in quanto oggetto è riscontrabile semplicemente alla superficie delle cose: la consapevolezza del senso estetico non fa altro che riempire il cuore e la vista, senza troppe indagini approfondite.
Per questo motivo, lo studio e la formazione non hanno relazione con il senso estetico, e di sicuro chi ha una vasta cultura e molta esperienza non è detto che abbia maggiore senso estetico. Il senso estetico è come la profondità d’animo, in sostanza è qualcosa di innato. Sintetizza alcune forme di coscienza, come la vista e l’ascolto, e come queste si pone su un livello percettivo essenziale: chiunque è dotato di senso estetico, sia la persona brillante sia lo stupido. In alcuni casi è ben nascosto ma in nessun caso si dissolve del tutto; può venire distorto ma è impossibile che sia totalmente privo di una funzione.
L’essenza del senso estetico è misteriosa, semplicemente misteriosa. Può anche essere scoperta, ma senz’altro non può essere perseguita.
Questa è insiema una buona e una cattiva notizia. È una buona notizia perché dimostra che il senso estetico è un qualcosa di puramente naturale e per goderne non occorre passare attraverso ardui studi e sforzi. È una cattiva notizia perché tutte le ricerche e gli sforzi spesi da coloro che sono abituati ad aumentare la propria ricchezza (materiale o spirituale che sia) sono inutili.
Il senso estetico non è qualcosa di legato al significato o alla tecnica. Chi non capisce niente di musica può ugualmente venirne colpito, così come chi non sa disegnare può essere colpito dalla pittura. Parliamo di coinvolgimento emotivo e non di critica teorica. Il senso estetico non deve nutrire complessi di inferiorità nei confronti della tecnica, al contrario: la tecnica priva di senso estetico ha la necessità –quando non l’obbligo- di sentirsi inferiore. Neppure di fronte al significato il senso estetico deve prostrarsi, al contrario è senza dubbio il significato privo di senso estetico a essere più povero.
Chi fa grandi discorsi sulla tecnologia e sui significati inevitabilmente sarà scettico, ma con questo non starà dissimulando la propria carenza di senso estetico? Negare il senso estetico o l’intuizione denota ancora più problemi, presumibilmente nasconde l’intenzione di mischiare le carte e mettere tutto sottosopra. Che differenza c’è se parliamo di senso estetico con un artista che solleva solo questioni di significato e tecnica o con un riccone che ne parla solo in termini di patrimonio?
I soldi e la ricchezza non hanno niente a che fare con il senso estetico, così come il significato e la tecnica.
Ma se anche un artista non parlasse di senso estetico, è ugualmente possibile ottenere delle informazioni al riguardo, dal modo in cui si veste, dall’atteggiamento e anche dai suoi interessi e dalle passioni. Io non credo che un artista che sotto questi aspetti manchi di senso estetico sia un buon artista, non credo neppure che una persona che manchi di senso estetico nella vita possa creare arte vera e di spessore.
In realtà, l’armonia, l’equilibrio, la cultura, le relazioni e il ritmo non sono affatto limitate all’arte, ma sono a contatto anche con la vita e ancor più con il cosmo. Il moto dei corpi celesti, le fluttuazioni, il ciclo delle stagioni... tutto ciò non è solo il punto d’origine della bellezza, ma è anche l’oggetto del senso estetico. I significati, le tecniche e la ricchezza in un contesto simile non hanno alcun posto, misere!
Risalendo alla fonte, il senso estetico sarà la sensibilità per la bellezza dell’universo, di cui è un’eco che fa uso dei nostri corpi di carne e sangue.
Promemoria:
1. La bellezza dell’arte fondamentalmente è l’imitazione della bellezza del cosmo.
2. L’opera di maggior valore degli artisti dovrebbe essere la loro vita.
Foto di Chen Xiangdian 陈湘钿
Tradotto da
Mauro Crocenzi, 11 Maggio 2012
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