Addio al culto del Pil/ Passo dopo passo


2011 Mar
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Addio al culto del Pil/ Passo dopo passo
别了, GDP崇拜 - 年年讲, 步步来 di Zhang Wen ( 章文 )


All’inizio di marzo si è aperta l’annuale sessione plenaria dell’Assemblea nazionale del popolo (Anp) (1). Di seguito due brevi post in cui il giornalista Zhang Wen propone le prime riflessioni sulle sessioni plenarie provinciali e municipali – concluse recentemente- e su quella nazionale, appena iniziata. Tra gli argomenti toccati ci sono le reazioni ufficiali al sorpasso del Pil cinese su quello del Giappone, che ha trasformato la Cina nella seconda potenza economica su scala globale. Gli altri temi sono la lotta alla disuguaglianza sociale e il problema della trasparenza dei beni degli alti dirigenti di partito. I due post sono stati scritti rispettivamente il 3 e il 6 marzo 2011.

Addio al culto del Pil

A metà febbraio è giunta una notizia dal vicino Giappone: l’ammontare totale del Pil cinese ha oltrepassato quello giapponese, divenendo il secondo al mondo. Tuttavia le sessioni appena concluse delle Assemblee popolari e delle Conferenze consultive politiche locali hanno reso pubblici gli obiettivi del dodicesimo piano quinquennale circa la crescita economica delle zone sviluppate (Pechino, Shanghai, Guangdong, Zhejiang, Shandong ecc.), ridimensionando silenziosamente le aspettative di crescita del Pil sotto al dieci per cento.
In passato, in occasione della quinta sessione plenaria della diciassettesima Anp (2), le «Raccomandazioni per la redazione del dodicesimo piano quinquennale di sviluppo socio-economico nazionale redatte dal Comitato centrale del Partito comunista cinese» non menzionavano richieste in rapporto al tasso di crescita del Pil.

Dalla fine della Rivoluzione culturale sono passati trent’anni. In questo lasso di tempo l’edificazione economica ha costituito il cuore della politica nazionale e il Pil è divenuto il metro indiscutibile della velocità del processo di sviluppo economico. Tuttavia, mentre le persone concentravano lo sguardo sul Pil, il divario tra ricchi e poveri aumentava con il conseguente sviluppo della disuguaglianza sociale e di altri fenomeni.

Oggi la gente torna a riflettere su un vecchio quesito: qual è lo scopo dello sviluppo economico?

Nel 2006, il presidente Hu Jintao 胡锦涛 ha tenuto una conferenza all’Università di Yale. In quell'ocasione ha sollevato con determinazione «la preoccupazione per i valori, per i diritti e per la libertà umana, la preoccupazione per la qualità della vita, per le potenzialità di sviluppo e per l’indice di felicità». Anche il primo ministro Wen Jiabao 温家宝 negli ultimi anni ha sempre evidenziato che tutto l’operato del governo e del partito è finalizzato all’aumento della felicità nella vita della gente.

In vista dell’apertura delle nuove sessioni locali dell’Assemblea popolare e della Conferenza consultiva politica, «felicità» è divenuta la parola più usata nei piani quinquennali e nei manifesti operativi dei governi locali.

L’allontanamento dall’adorazione del Pil apre l’era della «Cina felice». Siamo già in una fase di implementazione pratica, in cui è sempre più chiaro che «l’indice di felicità» rappresenterà il dominio entro cui agiranno i diversi orientamenti politici. A focalizzare l’attenzione di tutte le parti sarà il modo in cui questo piano verrà messo in pratica nella società dopo il dibattito politico all’interno dell’Anp e della Ccppc (3).

Parole su parole, passo dopo passo

Oggi ero a casa senza fare nulla. Non avevo voglia di seguire la diretta del discorso del premier Wen Jiabao sui lavori dell’Anp e della Ccppc. Ma dopotutto sono un giornalista, così alla fine mi sono connesso a internet per dare un’occhiata ai punti chiave del discorso.

Tra questi, Wen ha detto ancora una volta: «Occorrono dei cambiamenti nel sistema: il potere è concentrato nelle mani di pochi e non è stato ancora ridistribuito in modo equilibrato».

Non ho potuto esimermi dal solito sospiro annoiato: ogni giorno, ogni anno sempre le stesse parole, ma quando arriveremo a un punto? Stando ai miei ricordi (sono andato di nuovo a verificare su Baidu (4) per evitare errori), dal 2007 il primo ministro Wen ha sollevato ogni anno e in diverse occasioni la questione della «concentrazione del potere e della mancata redistribuzione».

In una conferenza stampa della Ccppc, Zhao Qizheng (5), consultato sulla questione della «trasparenza sulle proprietà dei funzionari governativi», ha risposto: «questo non è un discorso uscito fuori quest’anno, in passato era già stato sollevato. Si tratta di una proposta da mettere in atto passo dopo passo».

Dal 1995 al 2010 sono passati quindici anni in un baleno, ma sono stati divulgati solo quattro documenti sul tema. Ricordo che durante lo svolgimento delle sessioni dell’Anp e della Ccppc di due anni fa, un ex quadro ministeriale di livello provinciale domandò in risposta a un giornalista: «E perché le proprietà della gente comune non sono sottoposte a trasparenza?»

In termini generali queste parole riflettono il pensiero di una certa quantità di alti funzionari. In passato alcune persone avevano proposto ai nove membri del Comitato permanente dell’Ufficio politico di prendere l’iniziativa e dare il buon esempio, ma nessuno sa se abbiano sentito o meno questa richiesta. In ogni caso, non c’è stata risposta.

Le parole di quel funzionario provinciale destarono scandalo, spingendo molti «shitizen» (6) a pubblicare in rete le loro proprietà. Nella società di quegli anni la vicenda divenne una sorta di humor nero, ma in realtà bisogna ammettere che nascondeva solo delusione e rabbia.

Le «parole su parole» del premier Wen e il «passo dopo passo» di Zhao Qizheng stanno consumando sotto ogni aspetto la pazienza e l’entusiasmo della gente. Se chi si occupa di comunicazione come me è quasi del tutto intorpidito, in che stato si trova la gente comune?

(1) L'Assemblea nazionale del popolo (全国人民代表大会, Quanguo renmin daibiao dahui) è la più alta istituzione statale e l'unica camera legislativa della Repubblica popolare cinese. Rappresenta nove partiti e gli indipendenti, anche se i suoi membri siano in buona parte provenienti dal Partito comunista cinese (Pcc). (2) La quinta sessione plenaria della diciassettesima Anp si è tenuta nell’ottobre del 2010 ed è stata seguita con attenzione anche dai media occidentali, avendo sancito l’avanzamento di Xi Jinping 习近平 –successore designato alla presidenza nazionale- nelle gerarchie militari del Partito. (3) La Conferenza consultiva politica del popolo cinese (中国人民政治协商会议, Zhongguo renmin zhengzhi xieshang huiyi) è un'istituzione della Repubblica popolare. Si tratta dell'organizzazione incaricata di rappresentare i vari partiti politici sotto la direzione del Partito comunista cinese. Pur non avendo la stessa autorità legislativa dell'Assemblea nazionale del popolo, la Conferenza è la massima istituzione cinese con funzioni consultive. (4) Baidu 百度 è il principale motore di ricerca cinese, nonché uno dei colossi dell’economia cinese. (5) Zhao Qizheng 赵启正 è dal 2008 membro del Comitato permanente dell’undicesima Ccppc, nonché suo portavoce nelle apparizioni con la stampa. (6) In cinese 屁民 pimin, letteralmente «popolo scoreggiante», «cittadino da culo».



Tradotto da Mauro crocenzi, 15 Marzo 2011
 



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