Web 2.0: un’analisi



In questo post del 13 ottobre 2010, Zuola tocca il tema della funzione critica dei social network all'interno del sistema cinese, in cui il controllo e la censura creano notevoli limitazioni alla libera circolazione delle informazioni.

Web 2.0 e conflitto sociale. Un'analisi.

La rapida crescita economica cinese ha prodotto un periodo di transizione in cui sono emerse diverse contraddizioni sociali. La dittatura del Partito e il controllo delle informazioni hanno soffocato l'espressione delle masse, rivelando l’esistenza di contraddizioni sociali ed etnico-nazionali e determinando  l’aumento  su scala annuale degli incidenti di massa (事件 shijian). Dai tumulti di Lhasa (14 marzo 2008) alla rivolta nello Xinjiang (5 luglio 2009), le rivendicazioni delle masse sono state sempre più violente. Al momento, lo sviluppo di organizzazioni non governative resta difficile, il pluralismo non è ammesso e i canali di espressione pacifica e razionale dei vari strati sociali sono bloccati.

Ritengo che il sostegno e l’incoraggiamento di movimenti sociali, nonché l’appoggio alle masse nell’articolazione delle proprie aspirazioni, possano risolvere le contraddizioni sociali, attenuare il conflitto sociale, rafforzare modelli decisionali metodici e realizzare appieno il dialogo fra i diversi strati della società, favorendo il modello di società armoniosa professato dal governo. Ma l’opposizione e la pressione del governo restano inevitabili. Com’è possibile sviluppare il dialogo sociale e etnico? [...]

[...] Oggi i cittadini possono esprimere le proprie opinioni con sms, email , blog, chat come Icq, Qq, Msn, Gtalk, social network come Facebook, Renren o Kaixin e microblog (come Twitter, Fanfou, Xinlang e Tengxun).
Ad ogni modo, Wangshi, un netizen che ha messo in rete le prove di un reato commesso dalle autorità municipali, è stato arrestato (1) e molti dei firmatari di Charta ’08, sono stati indagati dalla polizia (2). Nonostante lo stretto controllo del governo, i fenomeni di resistenza sociale non violenta organizzati in rete sono sempre più frequenti. I casi degli ultimi anni dimostrano che la resistenza sociale non violenta è efficace e in pratica rappresenta una valvola che riduce la pressione. Il 1 giugno 2007, ad esempio, i cittadini di Xiamen hanno organizzato, coordinandosi tramite sms, una manifestazione contro le autorità municipali. Protestavano  contro la costruzione di un dannoso impianto chimico di xilene in città. Il successo della protesta ha prevenuto i rischi di avvelenamento, sventando una minaccia per la sicurezza della città (3).

[...] Con lo sviluppo di internet, le possibilità di promuovere un movimento sociale sono aumentate. Tuttavia, poiché in Cina le varie bbs e i siti più importanti come Douban, Xiaonei e QQ, sono controllati dal governo, è molto difficile organizzare attività di resistenza segrete, come incontri, manifestazioni e proteste. Ma se il controllo governativo diviene troppo forte, la resistenza sociale pacifica non ha modo di esprimersi liberamente e diventa violenta. Questa dinamica è dimostrata dai casi di omicidio che si sono moltiplicati negli ultimi anni a seguito del processo di spostamento forzato di residenti. Il caso più tragico è quello di Chengdu, dove il 13 novembre 2009 il cittadino Tang Fuzhen si diede fuoco per protestare contro l’allontanamento forzato dalla sua abitazione. Nel marzo del 2007, invece, un tentativo di resistenza andò a buon fine. Wu Ping nel «caso di resistenza all’espropriazione più accanito di Chongqing» ricorse quasi inconsapevolmente alla rete e ai media cinesi e stranieri per protestare; questa rara forma di resistenza pacifica riuscì a prevenire la demolizione dell’abitazione e il suo spostamento forzato (4).

In Cina le possibilità del popolo di esprimersi non sono molte. [...]. Si prenda il caso del portale Douban (5), dove possono essere cancellati gli account degli utenti più attivi di fronte a eventi sociali di interesse pubblico. Lo studente dell’Università di Hong Kong Yan Jingjing, ad esempio, era uno degli utenti più attivi. Il suo account è stato cancellato più volte e Yan è stato costretto a interrompere le sue relazioni di amicizia sul sito. Anche gli altri siti ricevono  la stessa pressione investigativa da parte del governo.

I netizen cinesi, fronteggiando il rischio di vedere cancellati i propri account, possono essere privati in ogni momento della loro identità e della loro influenza. Proprio per questo sempre più internauti cinesi si spostano su Twitter, divenuto il campo di battaglia preferito di molti utenti cinesi. Malgrado Twitter subisca la stretta censura del governo cinese, [...] molte persone utilizzano il codice originale gratuito per installarlo sul proprio sito indipendente. […] Attualmente esistono 85.534 utenti che utilizzano Twitter in cinese.

Attraverso Twitter, le persone partecipano alla causa pubblica e ai movimenti sociali: invocano il benessere sociale, appoggiano movimenti a tutela dell’ambiente, sposano movimenti per i diritti civili e arrivano anche a sostenere movimenti rivoluzionari contro il governo dittatoriale. Chi utilizza lo strumento di Twitter per delle rivendicazioni è in cerca di sostegno e attenzione. In Iran, i sostenitori della fazione riformista hanno fatto ricorso a Twitter, Facebook e Youtube per divulgare in tempo reale le notizie sulla resistenza e sulla protesta e per comunicare messaggi a sostenitori e simpatizzanti. Molti cinesi hanno partecipato alle attività di #CN4IRAN per sostenere le elezioni in Iran.

Il terremoto che nel 2008 ha colpito il Sichuan (6) è stato avvertito in tutte le grandi città cinesi. Gli internauti hanno segnalato in tempo reale le condizioni in ogni località e regione, capendo molto velocemente che l’epicentro del sisma era stato il Sichuan. Tutto questo attraverso Fanfou (piattaforma di microblogging cinese, ndt). Non solo. Nei giorni seguenti, diversi volontari si sono recati nelle zone colpite dal sisma e hanno pubblicato i propri resoconti su Fanfou, attirando l’attenzione di un numero sempre crescente di persone, che a loro volta hanno contribuito con un sostegno finanziario e con aiuti. Questo è un perfetto esempio di ampia partecipazione a un movimento sociale spontaneo e auto-organizzato.

Il 5 luglio 2009, a seguito dello scoppio della rivolta uigura nello Xinjiang, sono comparse su Fanfou molte notizie sui disordini a Ürümqi. Dopo solo tre giorni, il sito è stato chiuso [...].

Il 7 luglio 2010, l’Istituto di ricerca di giornalismo e comunicazione dell’Accademia cinese di scienze sociali (Cass) ha pubblicato il Rapporto sullo sviluppo dei nuovi media in Cina, 2010 (中国新媒体发展报告2010 Zhongguo xin meiti fazhan baogao 2010). Il testo sostiene che Facebook e altri social network vengono adoperati dalle intelligence dei governi occidentali [...]. Non ho ancora acquistato questo libro, ma immagino che esponga la visione governativa del ruolo sociale della rete.
La necessità di controllo è connaturata nel modello culturale unitario del Partito comunista cinese e, sul piano strettamente culturale, essa è in contrasto con la cultura liberale e pluralista della rete. Il tratto distintivo del Web 2.0 è il cosiddetto Ugc, il contenuto generato dagli utenti. In Cina non è concepibile un suo sviluppo proprio perché il Pcc per conto del governo cinese prova a controllare tutti i contenuti nella rete, inclusi quelli prodotti da singoli utenti.

Il sistema di controllo cinese è antagonista all’impegno sociale in rete; il processo di "socializzazione" della rete e la sua capacità creativa sono soffocati dal sistema di controllo. Il governo cinese blocca i social network più popolari, come Facebook e Twitter. Ma poiché Twitter è più semplice da usare rispetto a Facebook, attraverso l’installazione di applicazioni di terze parti, per le persone  è più facile evitare il blocco della rete da parte dei dispositivi di controllo della rete. Per questo in Cina Twitter è più popolare di Facebook [...], i suoi utenti possono condividere notizie e discutere dei temi più svariati.

Da un punto di vista  democratico, i social network e tutti quei movimenti sociali per il bene pubblico e per i diritti civili favoriscono la conciliazione delle contraddizioni sociali, riducono i conflitti, strutturano il processo decisionale scientifico, realizzano il confronto sociale su ampia scala e su tutti i livelli, rafforzano la società armoniosa e rappresentano per gli internauti un ulteriore, importante canale per la partecipazione sociale ed economica.

(1) Tra la fine del 2008 e i primi mesi del 2009, Wang Shi documentò via internet da Shanghai un caso di abuso sull’affitto di terreni agricoli da parte delle autorità della sua città natale nello Henan. Wang Shi fu arrestato, ma in seguito le autorità riconobbero l’errore pubblicamente e gli offrirono un risarcimento in denaro. (2) Il caso di Charta '08 (零八宪章 Ling ba Xianzhang) ha goduto in Occidente di maggiore eco. È stata promossa nel 2008 da Liu Xiaobo e altri intellettuali, come un documento riformista. È circolata sul web raccogliendo migliaia di firme e l’attenzione dei media internazionali. Il testo ha prontamente scatenato la censura governativa, determinando l’arresto di Liu Xiaobo 刘晓波 (premio Nobel per la pace 2010) e l’apertura di inchieste sui primi firmatari del documento, circa trecento intellettuali e figure pubbliche cinesi in tutto. (3) L’avvenimento destò molto scalpore anche in Occidente, dove venne salutato come una delle prime forme di sviluppo di successo di una società civile cinese. (4) Il fenomeno delle demolizioni forzate e trasferimento della popolazione è una delle politiche maggiormente “discusse” in Cina. Gli effetti dei progetti di sviluppo e riqualificazione delle città rappresentano una grandissima fonte di introiti e speculazione nonostante si scontrino con diffusi fenomeni di resistenza da parte di organizzazioni civili e vecchi residenti. Fu proprio un’inchiesta sul fenomeno nella città di Chongqing a dare nel 2007 a Zuola una certa notorietà pubblica. (5) Douban è uno dei principali social network cinesi. (6) Il violento sisma con epicentro nella provincia del Sichuan ha raggiunto magnitudo 7,8 sulla Scala Richter. Il bilancio è di 68mila morti e oltre 18mila dispersi.



Tradotto da Mauro Crocenzi, 18 Febbraio 2011