Seconda parte di Taohua jiu shu (La redenzione dei fiori di pesco), il racconto breve della scrittrice Zhang Yueran, che racconta turbamenti e iniziazioni di tre giovani le cui storie si intersecano con l'intensità che solo gli adolescenti sembrano percepire. La trama si snoda tra domande esistenziali, tradimenti e scoperta della vita.
IV
Ora ho un ragazzo chiamato Zheshi. Ho un ragazzo, ma per me è impossibile essere certa di amarlo o no.
Sono una persona confusa, la mia paura del sesso si è spostata all’amore.
Io e il mio ragazzo non possiamo amarci l’un l’altro.
Il mio ragazzo è un bambino non cresciuto. È un po’ più piccolo di me. Gli piacciono ancora i cappelli da pescatore e i ghiaccioli con la faccia da pupazzo. Gli piace ancora dipingere e scrivere poesie. Lui trova ancora che il mondo sia una distesa di luce. La cosa peggiore è che lui ha sempre pensato che io fossi una bambina. Una bambina pura come le sue poesie.
Lui è un ragazzo educato. Non sono mai successi episodi brutti che mi hanno fatto piangere, mai nemmeno una lite. Tranquillo come i koala in via di estinzione.
La cosa più importante, non menzionava mai il sesso. Ci baciavamo soltanto, le sue ciglia ammiccanti, mi sembrava come se baciassi un angelo.
Per una bambina malata come me, questa è la cosa più preziosa. Non mi faceva sentire alcun dolore. Mi piaceva, forse solamente perché era un bambino. Questo bambino in una condizione di ignoranza, non poteva venire a vedere con me L’Amante, non poteva parlarmi del sogno erotico di ieri che ancora oggi lascia una sensazione gradevole.
Mettevamo su le canzoni a noi più care di Tori Amos nel giradischi. La ragazza che entrambi amavamo. Ma il ragazzo non poteva sapere cosa pensavo dentro di me.
Lui non riusciva a vedere Tori Amos correre sulla lunga strada della notte, correre finché anche il mio cuore cominciò a sua volta a correre. Le sue scarpe erano bagnate, le lacrime lavavano il vestito della splendida ragazza. Ora lei è diventata una donna. Lei è cresciuta sulla strada. Non le piacciono più i colori sgargianti e nemmeno gli uomini.
Correvo insieme al mio idolo. Io e lei insieme dicevamo che volevamo cominciare a essere puliti, cominciare ad essere puliti.
Questo il mio ragazzo non può saperlo. Pensava che io sarei potuta stare sempre seduta tranquillamente al suo fianco, ad ascoltare la canzone.
Ma questa era soltanto una tranquillità effimera. Quando crescerà, lui capirà, sarà dominato dai suoi sogni color fiore di pesco, dal suo desiderio straripante. Certamente sembrerà come il mio ragazzo precedente, che mi diceva alludendo al sesso: fare l’amore deve essere certamente bello. Terribile. Noi certamente non avevamo più modo di sedere insieme tranquillamente.
Sebbene io pensassi di amarlo, sembrava ancora come se stessi parlando al mio ex ragazzo: vattene via.
Quindi vivevo nel panico. Il suo crescere era una minaccia per me.
Non era assolutamente il mio cucciolo, ma io, come fa una bambina con un cucciolo, mi priverò dell’amore che provo per lui prima che cresca, lo abbandonerò.
Sono desolata, amore mio, mio Zheshi. Penso che in tutta la mia vita non potrò mai più sposarmi, e naturalmente non potrò avere nemmeno figli. Diventerò vecchia, continuando ad abbracciare la mia fede pulita.
La mia malattia con l’aumentare dell’età comincerà improvvisamente a manifestarsi. Diventerò strana e asociale. Quando sarò molto vecchia, poiché temo la solitudine, tornerò a casa dei miei genitori. Loro mi guarderanno con un insolito sguardo preoccupato. Si prenderanno cura di me, ma non mi ameranno più come mi amavano quando ero piccola.
Invecchierò piuttosto velocemente.
Sono ancora vergine.
Sono tuttora vergine.
Rimarrò sempre vergine.
Questo è il mio futuro. Addirittura, probabilmente, non ritroverò la mia amica Guoguo. Abbiamo litigato. Questo era certo. La nostra lite aveva dei validi motivi, ma la nostre lite finì evaporando grazie a lei, questo arcobaleno clamoroso nel mio cuore. Da allora i giorni piovosi si susseguono incessanti, il cielo non si schiarisce mai, l’arcobaleno non ha alcun appiglio dopo la pioggia.
Nella Bibbia si dice che nel vero amore non importa se questa persona ti ha ferito o danneggiato, tu la ami ancora.
Ma nella Bibbia non si definisce il modo di amare. Ammetto che ancora amo Guoguo, ma questo non mi impedì assolutamente di ferirla e amarla contemporaneamente. Un comportamento ignobile, come era lei una volta.
V
In passato ho avuto una fantasia sessuale ignorante ma immacolata. Io e Guoguo avevamo un accordo, dal colore brillante come il fiore di pesco. Noi volevamo dare il benvenuto alla nostra prima volta nello stesso giorno e nello stesso momento. Insieme il dolore può essere più leggero.
Ci siamo conosciute all’età di 12 anni, e siamo state amiche per 6 anni. Eravamo come fiori gemelli. Stessa corolla, stesse foglie e stelo. Naturalmente dovevamo anche trasformarci insieme, crescere insieme.
Stiamo in stanze separate, con letti puliti, entrambe avevamo un ragazzo che ci amava. Volevamo moltissimi petali di rose fioriti, volevamo la luce di moltissime lampade di vetro, volevamo musica leggera, volevamo pigiami rosa bocciolo.
E poi… e poi… noi volevamo un piccolo lenzuolo bianco. Ostinatamente e persino in maniera conservatrice, volevamo conservare quei rivoli di sangue. Essi avrebbero aderito al tessuto di cotone bianco, avrebbero cantato piano il nostro cambiamento, oppure lo avrebbero intonato come un inno. Avrebbero lasciato il loro unico segno sul tessuto di cotone, un segno che è come un fiore immutabile.
Quel fiore di pesco così luminoso che era sbocciato dall’amore.
L’unico dei miei ragazzi che non aveva fantasie sessuali era Zheshi.
Lui ed io siamo sempre stati compagni di classe cortesi e raffinati. Siamo sempre, sempre andati d’accordo in maniera pacifica e apprezzandoci a vicenda. Ma io ritenevo che noi non eravamo assolutamente lontani. Se avessimo fatto un passo in più, saremmo stati insieme. Lui era l’unico ragazzo che avrei mai voluto sposare.
I suoi denti e i suoi capelli potevano essere usati per girare pubblicità, il suo colorito roseo era come quello di una figurina di pasta che tenevo nell’astuccio di quando ero piccola.
Lo indicai a Guoguo.
Non è poi questo granché, disse Guoguo. Guoguo, dissi, devi accettarlo, perché io, che più ami, voglio sposarlo.
Io da piccola, con indosso un’uniforme scolastica bianca senza macchie, non lontana da lui, gesticolando esageratamente, chiamavo il suo nome ad alta voce. Lo vidi chiaramente. Riuscivo a vedere addirittura i suoi capelli folti, che crescevano rigogliosi sotto il sole, come la sua passione.
È accaduta questa cosa? Me lo domando sempre, sempre.
VI
Io e Zheshi andavamo in periferia. Raccoglievamo spighe di grano fresche. Le preparavamo a portarle indietro per tingerle di tutti i colori, sarebbero state più belle dei fiori. Zheshi indossava dei jeans da lavoro ed un cappello da cow-boy grande e bordato. Questo è il mio presente, questo è il mio ragazzo.
Distrattamente lo guardavo a distanza raccogliere spighe di grano. Forse lui era vicino a me, non sono sicura, non vedevo chiaramente, ma sentivo anche i suoi capelli folti crescere smisuratamente sotto il sole. I capelli molto belli, luminosi come una lampada riscaldata. Zheshi è una lampada? È acceso e caldo, non è vero? Volevo chiamare forte il suo nome.
Ma temevo che avrei chiamato un altro nome.
VII
È Guoguo, la mia più cara amichetta, aveva qualche somiglianza con Tori Amos. Anche lei, come Tori Amos, è una ragazza seducente, accattivante. Ha sei mesi meno di me. È un tesoro di ragazza.
Beveva e fumava più di me. Il suo sorriso era più pieno di esperienza del mio. Era maturata in fretta. Era bella.
Che strega, anche più curva dell’arcobaleno.
Guoguo, non so in che direzione vuoi andare. Hai intenzione di essere sempre così arrogante?
La mia grave malattia cominciò nel giorno del suo diciottesimo compleanno. Il suo diciottesimo compleanno è stato diverso. Come sempre andai per l’intera città cercando il biglietto più bello.
Ne comprai uno in cui c’era un girasole che aveva le dimensioni di un volto. La baciai e baciai ancora, auguri Guoguo, le dissi, auguri sei diventata adulta.
Guoguo mi guardò e si mise a piangere.
Allora fui sorpresa, da un lato asciugai le sue lacrime dall’altro dissi: diventare adulta è così insopportabile?
Xiaoran, disse lei, vedi: sono diciottenne. Sono cresciuta. Quindi oggi ho una cosa da confessarti. In passato ho fatto una cosa sbagliata.
La sua espressione non era affatto esagerata. Ma io sapevo certamente che c’era qualcosa di molto serio.
Scusami, disse.
Ok, dissi, raccontami, sei la mia sorellina, qualsiasi cosa sbagliata tu abbia commesso, ti amerò sempre.
Sorrise per esprimere la sua gratitudine. Un sorriso severo, freddo, come il freddo fronte siberiano che aveva raggiunto la città il pomeriggio precedente.
Ho fatto l’amore. Così disse. Si fermò un attimo e ricominciò a piangere. È stato peggio di come mi aspettassi. Non sapevo se essere luttuosa, sorpresa o sconvolta. Pensai alla sorellina tanto cara che era davanti ai miei occhi. Avevamo fatto un patto colorato come i fiori di pesco.
I fiori di pesco possono essere strappati via, un patto non può essere rotto.
I petali di pesco cadono nei miei occhi. Uno, due, molti.
Alla fine chiesi: quando?
Due anni fa, disse.
Due anni, è molto tempo. Dovevo scoprire la sua rapida crescita in questi due anni. Mentre io, invece, ero ancora una bambina ignorante. Ma improvvisamente la guardai con grande compassione. Ha fatto molto male?, chiesi tranquillamente.
Molto, disse. Molto, molto male. Più doloroso di quanto tu possa immaginare. Disse.
Ebbi un attimo uno spasmo. Allora, chiesi, chi era?
Alla fine rimase senza parole. Sentivo il suo corpo risuonare pesante come una macchina. Riuscivo a sentire le parti interiori del suo corpo che tentavano di schiacciare e cancellare quel nome.
Quel nome può essere un’arma rigida e affilata.
Il nome che lei pronunciò era quello del ragazzo che amavo. Li ripetei ad alta voce molte volte, ripetevo quei due caratteri che avevano un suono affascinante particolare.
Quel nome fu un’arma taglientissima. Taglia l’arcobaleno, strappò tutti quanti i fiori di pesco. Non c’è niente di male, dissi, sei la mia sorellina, puoi prendere il mio posto in ogni modo.
Scosse la testa. Sorella, disse, ho sbagliato. Tu hai detto che era buono, allora io mi sono voluta avvicinare a lui per vedere se era effettivamente come ti piaceva. Ero curiosa, no avevo nessuna cattiva intenzione. Ma sono già stata punita. Soffro così tanto. Come un complotto. Mi ha portata in un vecchio hotel fatiscente, aveva persino la pillola prontai per me.
Le labbra di Guoguo, lucenti come ciliegie, continuavano a muoversi, lei continuò a parlare e parlare:
E poi… e poi… non c’erano lenzuola di cotone bianche pulite, non c’erano. Non c’era nulla. Non c’era rispetto. C’erano soltanto dolore e lenzuola sporche. Mi disgustava. Sai quanto desidero il cotone bianco, mi fa dimenticare il dolore, mi fa pensare che ne vale la pena. Mi fa sentire calma.
Nello stesso momento stavo piangendo. Il mio principe era stato trascinato giù dal cavallo bianco. Il suo straordinario coraggio non c’era più.
Non c’era il cotone bianco, quindi sbocciavano fiori di pesco dal sentimento distorto.
Dolore, dolore, dolore, dolore, dolore, dolore, dolore, dolore.
È da quel momento che è cominciata la mia paura del sesso.
Devo avere pietà della mia sorellina. Vorrei riversare tutto il mio odio su quel ragazzo dai denti e i capelli sani. Ma non si può.
Ho diviso equamente il mio amore tra Guoguo e il ragazzo. Quindi anche il mio odio doveva essere diviso.
Strinsi tra le braccia Guoguo, in quel momento. Ma l’arcobaleno si trasformò in pioggia, diventò il nulla.
Guoguo, ti voglio ancora bene. Ma nemmeno la Bibbia definisce il modo in cui devo amarti. Da un lato ti ferisco, dall’altro ti voglio bene.
Io e Guoguo non smettevamo di litigare. Dovevamo per forza dividerci, fino a quando abbiamo guardato L’Amante.
Tradotto da
Camilla Dina, 09 Dicembre 2014
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