Seconda parte dell'intervista all'economista Zhu Haijiu, che partendo dal fenomeno della migrazione dalle campagne verso i grandi centri urbani, spiega come il sistema dell'huji, la residenza obbligatoria che vincola i diritti di una persona al luogo di nascita, sia un limite alle esigenze della nuova fase di sviluppo dell'urbanizzazione cinese.
D: Quale ritiene che sia la direzione dell’urbanizzazione? Un'urbanizzazione caratterizzata da grandi città o da piccoli e medi centri urbani? Perché?
R: L’urbanizzazione è frutto della forza del mercato, non possiamo portare avanti un'urbanizzazione fine a se stessa, non possiamo cancellare la campagna per colpa dell’urbanizzazione. Città e campagna non sono in opposizione. In alcuni viaggi a Taiwan, in Giappone e in alcuni paesi occidentali sviluppati mi è capitato spesso di vedere villaggi e città che coesistono in maniera armoniosa, perfettamente integrati, e non si notano relazioni tese tra di loro. Questa è la situazione ideale.
A livello teorico, è lo sviluppo delle città a dare impulso allo sviluppo delle aree rurali, promuovendo l’urbanizzazione. […] Il capitale delle città, in particolare quello del settore manifatturiero, può uscire dai confini cittadini e cercare luoghi adatti di investimento. In questo modo, nei luoghi dove arriva il capitale si formano città e cittadine o si espandono quelle già esistenti. Nelle vicinanze delle grandi città possono formarsi agglomerati di piccole città, che sono spesso il risultato del flusso di capitali. Ovviamente non tutte le città si formano e si espandono in questo modo […], ad esempio nel Zhejiang, nel Jiangsu e nel Guangdong, così come in altre parti del paese, alcune città si sono formate intorno a cluster industriali.
Negli ultimi dieci anni circa, dato che le persone lasciano le campagne per trasferirsi in città, alcuni villaggi sono spariti, specialmente quelli delle aree di montagna. Allo stesso modo, anche alcune città e cittadine possono ritrovarsi di fronte a un destino simile. Ossia, nel processo di mercatizzazione, alcune città diventano più grandi, altre subiscono un declino. Tuttavia, noi non possiamo prevedere quali città si espanderanno e quali scompariranno. Se gli uomini di governo promuovono l’urbanizzazione di un’area, è molto probabile che questo si riveli un grande spreco, poiché le città così create sono destinate ad andare a rotoli.
In generale, le grandi città offrono maggiori opportunità. Di solito, le persone tendono a considerare prima l’eventualità di vivere in una grande città. Di conseguenza, dare vigore al processo di urbanizzazione comporta grandi rischi.
D: Lo “huji” [permesso di residenza permanente; ndt] è una questione che, parlando di urbanizzazione, non si può fare a meno di menzionare. Abbiamo visto che la riforma dello huji si è scontrata con una grande resistenza da parte di interessi costituiti. Lei cosa ne pensa? Come può essere realizzata correttamente la riforma dello huji ?
R: Il problema dell’urbanizzazione è fondamentalmente un problema istituzionale. Nel nostro processo di urbanizzazione, l’urbanizzazione degli “individui” è rimasta indietro rispetto all’urbanizzazione della “terra”. Un motivo importante è proprio il sistema dello huji. Lo stesso vale per la struttura duale a cui ho accennato prima.
Dato che il punto chiave dell’urbanizzazione è rappresentato dal “mercato”, ogni persona deve avere il diritto di scegliere liberamente, mentre il sistema dello huji mette un limite a questa libertà. Il sistema dello huji crea un legame tra welfare e status, fa sì che una parte di persone abbia dei privilegi. Consiste in un sistema di classificazione degli individui in base al luogo [in cui vivono] e va contro la fondamentali esigenze dell’urbanizzazione.
Nonostante gli oltre trent’anni di riforme ed apertura, non ci siamo ancora liberati di questo sistema di classificazione. Lo huji è solo uno dei vari sistemi di classificazione presenti in Cina, perfino alle città continuiamo ad assegnare diversi gradi […] e, a seconda del loro grado, anche la loro autorità sarà più o meno maggiore. Secondo il modello di economia pianificata, l’allocazione di risorse dipende dal grado delle città, […] per questo abbiamo creato una situazione in cui le grandi città ricordano l’Europa, mentre le zone rurali l’Africa.
Se si vuole realizzare l’urbanizzazione è necessario abolire i vari tipi di classificazione, incluso lo huji e i livelli delle città. Oggi se si dice che si vuole promuovere allo status di città alcune cittadine economicamente sviluppate, si sta ancora facendo riferimento ad una concezione basata sulla classificazione delle città. Questa non è affatto una soluzione.
L’abolizione dello huji comporta di fatto la cancellazione di determinati benefici materiali di cui godono i governi [locali]. Per attuarla è necessario privatizzare i servizi pubblici - attualmente forniti dai governi [locali] – permettendo così ai meccanismi di mercato di entrare in funzione.
[copertina: Pang, Zaijietou]
Tradotto da
Piero Cellarosi, 09 Aprile 2013
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