Il sogno cinese, il sogno costituzionale


2013 Gen
15

Il sogno cinese, il sogno costituzionale
中国梦,宪政梦 di Dai Zhiyong ( 戴志勇 )


Cina e censura, Cina e libertà di stampa. L’ultimo caso si registra nel Guangdong e colpisce il Nanfang Zhoumo 南方周末, giornale di riferimento degli ambienti liberali cinesi. All’inizio del 2013 il giornale pubblica un editoriale che riprende lo slogan del neo presidente Xi Jinping 习近平 sul “sogno cinese” trasportandolo sul piano del rispetto della costituzione e delle libertà individuali. L’intervento degli apparati di censura è immediato e l’editoriale viene rimosso e sostituito da una nuova versione più fedele alla linea di Partito. Il giornale denuncia l’accaduto, generando così una campagna a favore della libertà di espressione, che si è rapidamente diffusa sulla rete cinese.
In tempi in cui anche in Italia è vivo il dibattito sul rispetto della costituzione e sulla stampa di governo, Caratteri cinesi vi propone la traduzione del testo censurato, con l’obiettivo di gettare luce sulle dinamiche che innescano la censura di stato in Cina.


Fra cielo e terra germoglia il tempo.
Questa è la prima volta che ci incontriamo nel 2013 e ti auguriamo di essere illuminato dai sogni.
Nel 2012 hai difeso la tua vita, altri hanno difeso il loro lavoro. Per loro, difendere questo lavoro significa impegnarsi a difendere i sogni di una vita.
Nel 2012, dai piani alti ufficiali sono giunti appelli alla Costituzione, il cui ronzio ha rapidamente riecheggiato: «Lo spirito della costituzione è in via di realizzazione, il potere e il prestigio costituzionale sono, anch’essi, in via di realizzazione (1)». Aspettiamo che la costituzione mostri i primi germogli e che discenda presto su questa terra. Solo in questo modo potrà essere compiuta la dura transizione di questo antico Paese verso la prosperità; solo così lo Stato e il popolo potranno nuovamente innalzarsi sulla solida madre terra.
Quella di oggi è già una Cina in grado di sognare, oggi è già tempo di riscattare i sogni. Dopo avere attraversato il vuoto costituzionale e l’incubo paralizzante della Rivoluzione culturale, abbiamo impiegato trent’anni per recuperare gradualmente il giudizio e la ragione. Dal ‘Sistema di responsabilità della terra’ all’imprenditoria individuale, dalle imprese comunali alle aziende private, i nostri concittadini hanno lentamente recuperato il diritto di essere padroni della propria vita e abbiamo così creato città fiorenti e riempito i magazzini di cereali.


Abbiamo nuovamente idea di cosa sia vero e cosa sia falso, di cosa è e cosa non è; abbiamo riacceso l’amore per la giustizia sociale e l’ammirazione per la libertà. Fronteggiando la forza brutale, abbiamo compreso che toccare con mano e condividere le asperità porta al miglioramento della vita.
Oggi, finalmente, possiamo tirare fuori il petto dalla spessa coltre di polvere della storia, possiamo sollevare la testa da vite quotidiane irrilevanti e ripercorrere la lunga marcia costituzionale dei nostri antenati, rivivere il loro grandioso sogno.
Più di centosettant’anni fa abbiamo iniziato il risveglio dall’illusione imperiale. Prima ci sconfissero gli inglesi e poi i giapponesi. La gente patì sempre più la fame e un profondo senso di umiliazione ferì gli uomini di cultura. Difendiamo la Cina! Difendiamo la Cina! (2). Dall’autorafforzamento alla monarchia costituzionale, dalla Costituzione alla rivoluzione. Utensili, istituzioni e anche la cultura: la rabbia non esitò a sovvertire completamente il sistema confuciano, sradicando irreparabilmente la nostra civiltà.


Dopo la rivoluzione del 1911, gli imperatori Qing 清 lasciarono il trono e i nostri antenati fondarono la prima repubblica in Asia (3). Però a ciò non fece seguito una Cina costituzionale libera, democratica e prospera.
Dentro e fuori la Cina si susseguivano guerre. Tra la gente vigeva la brutalità.
In quegli anni gli uomini si allontanarono dalla compassione, dalla giustizia, dall’ordine della natura e dal possesso della libertà.
In quegli anni, gli uomini spacciarono l’errore per il giusto, rappresentarono il falso e innumerevoli vite umane furono spezzate.
I sogni e la nazione andarono letteralmente in frantumi. Libertà e governo costituzionale caddero entrambi nell’ombra.
Dopo aver vissuto estreme asperità e dopo avere assaporato a fondo i lati oscuri della vita, siamo sempre uomini capaci di sognare e abbiamo un cuore che può sognare.


Oggi non sogniamo assolutamente solo la ricchezza materiale, aspiriamo soprattutto alla pienezza spirituale; non sogniamo affatto solo la forza e la prosperità del nostro paese, ma speriamo ancor di più nell’autostima dei cittadini. Il nuovo cittadino e il nuovo Stato salveranno la nazione e insegneranno agli incolti, nessuno abbandonerà né prevaricherà il prossimo. E la costituzione sarà la base per tutti questi sogni nel cassetto.
Solo mantenendo l’impegno per un governo costituzionale e aderendo ai diritti, i cuori degli uomini potranno irradiare luce come il sole e la luna. Solo in questo modo chi non ha nessuno potrà sentire il calore del sole d’inverno senza tremare al vento, gli ambulanti e i vigili potranno ridere e scherzare assieme, e le case potranno diventare castelli per le famiglie.
Solo mantenendo l’impegno per un governo costituzionale, regolando i diritti e distribuendo i poteri, i cittadini potranno scandire ad alta voce le critiche al potere pubblico; solo in questo modo ogni persona potrà vivere nella libertà della propria coscienza e potremo edificare insieme uno Stato libero, grande e potente.


Solo mantenendo l’impegno per un governo costituzionale ognuno potrà inseguire i propri sogni. E occorre che cominciamo da ora, partendo dalla tutela delle nostre vite in questo stesso istante, senza dover lasciare questa pesante responsabilità ai nostri figli e nipoti.
Tante più persone comprenderanno a fondo questo punto, tante più persone da ora lo metteranno in pratica con impegno.
Non bisogna essere persone eccelse per sognare, ma bisogna sognare per essere persone eccelse.
Il tuo diritto innato è proprio quello di sognare e anche quello di mantenere l’impegno per i sogni!
Applaudire i tuoi sogni, fare il tifo per i sogni di questo paese è il sogno di molte persone che lavorano nell’informazione, la loro piccola, grande ambizione. Siamo gente devota alla notizia e ancor più devota al cuore. Speriamo che anche tu abbia un sogno roseo, che la libertà si realizzi e si compia il disegno celeste.

Sognare in eterno che chiunque potrà condurre una vita con dignità, non importa se con un buon lavoro o esibendosi per strada; sognare in eterno che chiunque dentro di sé proverà amore e che anche i criminali non saranno necessariamente cattivi, che in loro potrà comunque scintillare liberamente un cuore compassionevole; sognare in eterno che le differenze sociali saranno semplicemente un motore che fa circolare la libertà, e non più un fossato di gelosia e inimicizia reciproca; sognare in eterno che questa civiltà di cinquemila anni saprà moltiplicarsi senza stanchezza, porgendo con entrambe le mani acqua di sorgente dolce e fresca per migliorare la condizione dell’essere umano moderno.


Solo tenendo fede a questa moltitudine di sogni sarà possibile placare la pena radicatasi da più di cento anni.
Dopo centosettant’anni di traversie com’è difficile per i sogni divenire realtà! Dopo centosettanta anni ci sono ancora persone che bramano la coscienza della virtù per dare vita a nuovi germogli e ritornare all’ordine delle cose. Ci sono ancora persone che insistono nel richiedere che i diritti giungano in terra uno a uno, che la politica ritorni al giusto e che la giustizia sociale scorra liberamente.
Ci sono ancora persone che hanno fiducia – e non importa quanto sarà difficile - che i sogni potranno infine realizzarsi in un buon sistema di governo costituzionale e i comportamenti in pratiche buone e oneste. I nostri antenati hanno sofferto tempi duri e sono caduti per la giustizia. Oggi i posteri ereditano il loro volere e illuminano il cammino di fronte.
Tenendo fede ai sogni, l’esperienza insegna spontaneamente la saggezza del passato, riconciliandoci con le fedi, i costumi e i sentimenti degli antichi. Confucianesimo, buddhismo, taoismo, legismo e moismo, tutte le cento scuole sono come sorgenti; Zhou, Han, Tang, Song, Ming, tutte le epoche sono meritevoli.
Tutto questo non è affatto un volere ritornare al passato; gli antichi non possono fornire tutto ciò di cui c’è bisogno nel presente. Vogliamo solo dire che non si deve più criticare con leggerezza gli antenati, ma assorbire e trasformare con tranquillità, lasciando che la civiltà cinese fiorisca e dia nuovo frutti.


Prestando fede ai sogni, assimileremo con naturalezza le esperienze del mondo. Per questo occorre guardare seriamente da vicino alla democrazia greca, allo stato di diritto romano, ai governi costituzionali inglese e americano, e ricercare una civiltà moderna basata sulla scienza e sulla tecnologia.
Però tutto questo non significa neanche comportarsi da bravo studente della civiltà occidentale; gli occidentali si evolvono seguendo la loro orbita, per cui non possono fornirci direttamente tutto ciò di cui abbiamo bisogno nel presente.
Dobbiamo posizionarci sulla nostra madre terra, insieme ai popoli di ogni Paese, estraendo dalla vita una nuova esistenza, che fonda insieme antico e presente; estraendo dalla civiltà una nuova cultura, che armonizzi Cina e Occidente. Agitando insieme vecchio, nuovo, cinese e occidentale, dovremo seguire valori comuni all’umanità, senza avere paura di fare i nostri nuovi sogni.
Lodiamo gli antichi, riconosciamo i meriti dei vicini, non perché abbiano raggiunto la perfezione, ma perché conosciamo bene la gioia che permea i loro occhi e la libertà che scorre nei loro cuori.


I cinesi dovrebbero essere nient’altro che uomini liberi. Il sogno cinese non dovrebbe essere altro che un governo costituzionale.
Solo con un governo costituzionale la nazione potrà persistere nella forza e nella prosperità; solo con un governo costituzionale un popolo potrà davvero essere forte e potente. Solo prestando fede al sogno di un governo costituzionale potremo lottare meglio per la sovranità cinese all’estero e difendere la libertà della nazione; solo in questo modo potremo lottare meglio per i diritti civili all’interno dei nostri confini e difendere la libertà del popolo. E la libertà della nazione, infine, dovrà occuparsi della libertà del popolo e riconoscere persone che diranno con la propria bocca ciò che è nel loro cuore e che useranno il cuore per fare dei sogni meravigliosi.
Chi nasce nella forma di essere umano come potrebbe non amare ardentemente la libertà? La libertà non si riduce al diritto di opporsi al potere, ma è anche il perdono che si oppone alla vendetta, la saggezza che si oppone all’ignoranza, la compassione che si oppone alla crudeltà, la virtù che si oppone alla corruzione.
Nello svolgimento della grande via, la terra è di ognuno; tutti gli esseri viventi esistono e ogni esistenza assume la propria forma (4). Erano questi i sogni degli antichi, degli antenati e, ancora oggi, sono i sogni di molte persone.
Il sogno della Cina, il sogno della libertà, il sogno di un governo costituzionale.


Gli esseri umani decadono rapidamente, ma i sogni stanno in eterno. Gli esseri umani nascono proprio perché i sogni non si estinguono. I sogni non sono altro che opportunità di vita, sono proprio quella speranza che non perisce e riempie il cuore per la centunesima volta dopo cento sconfitte.
Ci sono ancora persone che prestano attenzione ai tuoi sogni e aspettano che tu trovi il coraggio di sognare. Fanno il tifo per te affinché ti rialzi dalle sofferenza. Fanno il tifo per te affinché tu possa toccare il più possibile con mano il freddo e il calore del mondo. Fanno il tifo per te perché tu ottenga una vita meravigliosa. Non hanno nient’altro su cui investire, hanno solo la perseveranza nei sogni. Non hanno nient’altro su cui schierarsi, hanno solo la ricerca del vero.
Una frase vera può avere più peso del mondo intero, un sogno può far sì che la vita sprigioni luce.



Note al testo:
(1)    La frase è stata pronunciata il 4 dicembre dello scorso anno dal neo eletto Presidente cinese, nonché Segretario generale del Partito comunista cinese, Xi Jinping 习近平.
(2)    L’esclamazione fu uno dei motti del riformismo cinese della fine del Diciannovesimo secolo. L’autore è Kang Youwei 康有为, tra i più autorevoli fautori del costituzionalismo di epoca tardo imperiale.
(3)    L’affermazione, comune in Cina, non gode di unanime consenso, poiché la prima repubblica asiatica è spesso considerata quella di Lanfang, sorta nel 1777 sul territorio dell’attuale Indonesia. La repubblica di Lanfang fu fondata comunque da un colono di origini cinesi, Low Lan Pak.
(4)    Le frasi riportate sono riconducibili ad altrettante massime, estratte dall’opera di Confucio 孔子, di Lao zi 老子e del Libro dei mutamenti 易经.



Tradotto da Mauro Crocenzi, 15 Gennaio 2013
 



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