Mo Yan
莫言


Mo Yan 莫言 è tra gli scrittori cinesi maggiormente conosciuti e tradotti all’estero. Il suo vero nome è Guan Moye 管谟业, mentre Mo Yan, che letteralmente significa “senza parola”, è il suo nome d’arte.

Nasce nel 1955, in una povera famiglia di contadini nella regione dello Shandong. Cresce in campagna, a contatto con la realtà agricola e con il bestiame. Dopo un breve periodo di lavoro in fabbrica, si arruola nell’esercito. Nella sua vita opera anche nel giornalismo, nell’università, nel teatro e nel cinema.

Inizia la sua carriera di scrittore all’inizio degli anni Ottanta. Tre dei suoi lavori hanno ispirato altrettanti riadattamenti cinematografici: Sorgo rosso (红高粱, Hong gaoliang) e La locanda della felicità (幸福时光, Xingfu shiguang) sono stati diretti da Zhang Yimou 张艺谋, rispettivamente nel 1987 e nel 2002, mentre Calore (暖, Nuan) è stato realizzato nel 2003 dal regista Huo Jianqi 霍建起.

In italiano sono state tradotte diverse opere, tra cui Sorgo rosso e Le sei reincarnazione di Ximen Nao (生死疲劳, Shengsi pilao). Dopo aver vinto svariati premi in patria, su tutti il premio Maodun nel 2011 con Le rane (蛙, Wa), nel 2012 Mo Yan è stato insignito del premio Nobel per la letteratura, riconoscimento che precedentemente (nel 2000) era stato dato solo a un altro scrittore cinese, l’esule Gao Xingjian 高行健.

Le coordinate entro cui può essere definita la letteratura di Mo Yan vanno dal riferimento al realismo magico alla funzione della memoria e dell’esperienza personale, spesso contadina. Gaomi 高密, luogo di nascita dell’autore, è spesso un punto di raccordo tra il suo vissuto e quello della Cina intera, all’interno di un gioco di riflessi e riconoscimenti tra passato, creazione letteraria e attualità.

La propensione per la realtà rappresenta un ideale letterario che Mo Yan oppone alla falsità del realismo socialista:

«Ho scritto romanzi per quasi trent’anni. Quando ero agli inizi, era giusto scrivere ciò che di cattivo c’era nei personaggi positivi e ciò che di buono c’era in quelli negativi. In realtà era un modo per riportare alla realtà l’estetica artistico-letteraria della vecchia ultra-sinistra. A quei tempi, [...] i personaggi positivi venivano caratterizzati come se fossero perfetti, privi di difetti, mentre quelli negativi erano privi di qualsiasi merito. Questa era il lato meno realistico del realismo, quello meno autentico. Negli anni Ottanta, quando presi a scrivere romanzi sulla storia rivoluzionaria come Sorgo rosso, il risultato finale era che i pregi dei cattivi non venivano affatto ignorati, e i difetti dei buoni per nulla giustificati. Questo è il vero principio delle opere realiste».

Il risultato è una letteratura dotata di grande forza ed effetto, come testimonia Maria Rita Masci all’indomani del conferimento del Nobel: «La forza della sua scrittura risiede nella sua grande passionalità, nella sua intensità, nella sua foga visionaria, nel gettarsi a capofitto nell'orrore, nel sangue, nella carne bruciata, nei corpi straziati, nella passione amorosa, anch'essa violenta, totalizzante».

Link:

Il premio Nobel per la letteratura 2012 a Mo Yan, lo speciale di China Files

Le reazioni al conferimento del Nobel su weibo.

L’intervista di China Files a Mo Yan

Videointervista a Mo Yan nel 1992 (in lingua cinese).

The New Yorker sul premio Nobel a Mo Yan

Il discorso di Mo Yan per il Nobel

China Culture - speciale Mo Yan