Il nemico dell’urbanizzazione


2013 Apr
05

Il nemico dell’urbanizzazione
城镇化的敌人是城镇化 di Zhu Haijiu ( 朱海就 )


Il termine urbanizzazione potrebbe ingannarci. Meglio riflettere sul suo significato: cos'è l'urbanizzazione che il governo cinese porta avanti a spada tratta? L'economista Zhu Haijiu risponde a questa domanda, indicando chi sono gli attori principali dell'urbanizzazione, i pericoli e il trend di sviluppo della società contemporanea cinese. (la versione integrale dell'intervista si trova su Ifeng)

D: Dopo la “shibada” l’urbanizzazione è diventato un tema caldo nel mondo dell’economia e della finanza. Molti funzionari di alto livello hanno dichiarato che, salvo imprevisti, nei prossimi dieci anni diventerà una politica economica di cruciale importanza. Lei cosa ne pensa dell’urbanizzazione? Da chi dovrebbe essere guidata?

R: […] L’urbanizzazione è già diventata un argomento di discussione molto caldo, alcuni governi locali hanno perfino già pubblicato piani e linee guida. […] L’adozione di una strategia di sviluppo dell’urbanizzazione si basa sui seguenti fattori: 1) Essa si adatta al trend di sviluppo della società. Con l’aumentare degli stipendi, le persone non si accontentano più dei beni di prima necessità, ma cercano un posto “migliore” dove vivere, in cui sia possibile avere accesso ad una qualità di vita più elevata e a servizi di migliore qualità. […]

Ciò implica che lo sviluppo sociale della Cina è entrato in una nuova fase, passando dal soddisfare necessità primarie materiali a soddisfare necessità materiali, spirituali, culturali e riguardanti la salute. […] Non è possibile realizzare questo salto senza urbanizzazione, per questo, circa dieci anni fa, il governo centrale ha promosso la “costruzione della nuova campagna” e ora promuove “l’urbanizzazione”, spostando l’enfasi dalla “campagna” alla “città”, cosa che riflette una esigenza intrinseca dello sviluppo socio-economico. 2) Il governo, attraverso l’urbanizzazione, cerca di risolvere un grande problema sociale di lunga data: l’integrazione dei contadini che vengono a lavorare come operai nelle città e quella degli stessi giovani, facendo in modo che questi possano trovare un’occupazione e crearsi una famiglia. Attualmente, grandi masse di persone non hanno un posto dove stabilirsi con la famiglia. […]
Se non si risolve questo problema, esso diventerà un fardello per lo sviluppo generale del paese e influenzerà la stabilità sociale. Senza dubbio, questo è un problema che va risolto in maniera urgente.

3) L’urbanizzazione fornisce una spinta allo sviluppo sostenibile dell’economia. Attualmente lo sviluppo sostenibile del paese deve fare i conti con il forte calo della domanda estera; al contrario, l’urbanizzazione può svolgere la funzione di traino della domanda degli investimenti e dei consumi, ottenendo così due piccioni con una fava. Inoltre, non è possibile concludere l’urbanizzazione della Cina in un breve periodo, ma sarà necessario molto tempo per realizzarla, per questo l’urbanizzazione può essere una strategia di sviluppo di lungo periodo. L’ urbanizzazione, sia che si tratti di grandi città sia che ci si riferisca a piccoli e medi centri urbani [in cinese si utilizzano due termini sinonimi: “chengshihua” 城市化, che indica non solo l’urbanizzazione in genere, ma anche una urbanizzazione caratterizzata da grandi conglomerati urbani; e “chengzhenhua” 城镇化, oltre al significato generico, indica che l’urbanizzazione è caratterizzata da piccoli e medi centri urbani; ndt], è un processo che prende forma in maniera spontanea. […]

In economia, il meccanismo intrinseco che porta alla formazione spontanea di città e cittadine risiede nella loro anima, ossia il “mercato”, e non negli “edifici e costruzioni” [Il termine cinese “chengshi” 城市 usato per indicare le “città” è composto dal carattere “cheng” 城, che indicava originariamente le mura della città, ossia la costruzione più importante di una città nell’antichità, e da “shi” 市, ossia il mercato, inteso come punto di ritrovo dove venivano condotti gli scambi commerciali e che ne rappresentava quindi il “centro vitale”; ndt]. La città è quindi il luogo dove le persone si riuniscono per formare il mercato. Prima si forma il mercato e solo dopo si costruiscono le città. Come sosteneva Adam Smith, la divisione del lavoro dipende dalla dimensione del mercato, quando un sempre maggior numero di persone si riunisce costituendo una città, anche la divisione del lavoro si fa più profonda ed aumenta la produttività. […] Dato che una città deriva dalla formazione di un “mercato” da parte di “individui”, saranno i singoli individui a dover svolgere un ruolo chiave nel processo di urbanizzazione, non una qualsivoglia organizzazione, come ad esempio un governo.

Affermare ciò implica due cose: primo, i promotori dell’urbanizzazione sono gli individui, migliaia e migliaia di individui di cui non si conosce la provenienza. Sono loro che forniscono ciò che serve allo sviluppo delle città con la loro saggezza, i loro capitali, le competenze e la forza fisica. Le persone che vengono in città cercano di migliorare la propria situazione. E’ proprio questa “idea di guadagni personali” e non la consapevolezza di una superiore “idea di bene pubblico” nel costruire una città a promuoverne la crescita. Secondo, dovrebbero essere sempre gli individui a determinare lo scopo delle città. In altre parole, lo scopo dell’urbanizzazione è quello di servire le persone; essa non deve essere, al contrario, finalizzata a sé stessa. Ciononostante, nella realizzazione dell’urbanizzazione in Cina sono presenti forti deviazioni dai due punti discussi sopra. Tali deviazioni sono rese esplicite dal fatto che il governo si sostituisce ad un numero consistente di individui e assume un ruolo guida nel processo di urbanizzazione. In questo modo, l’urbanizzazione diventa “urbanizzazione governativa” e non “urbanizzazione delle masse”.

Per questo motivo, la nostra urbanizzazione possiede una chiara firma del governo. Ad esempio, le varie città sono tutte molto simili, come fossero fatte con le stampo, abbastanza monotone, carenti di diversità e senza una sufficiente umanità. Di recente un articolo del Financial Times ha sottolineato proprio questo punto. Ma perché le cose stanno così? Il motivo è che i vari governi locali condividono più o meno il modo di pensare, le motivazioni ed il modo di operare. Se si lascia che governi molto simili tra loro gestiscano l’urbanizzazione, è ovvio che le città che ne usciranno fuori – come fossero “prodotti” – saranno tutte più o meno uguali tra loro. Il governo può creare fisicamente la città, costruendo le infrastrutture di base, ma l’urbanizzazione non è affatto solo una questione di costruzioni, essa riguarda per lo più la crescita della società, essa riflette la crescita della società. Se si hanno soltanto strutture ed infrastrutture senza società, non si può parlare di urbanizzazione. Nel processo di costituzione della società, è molto probabile che l’intervento del governo sia più da ostacolo [che non di sostegno]. […]

In questo modo, di fatto, l’urbanizzazione cinese è guidata principalmente dalla “creazione di città” e non dalla “crescita della società”. Ciò crea problemi tipici di un modello duale come la separazione economica tra città e campagne e l’impossibilità di integrazione tra abitanti rurali e residenti urbani. E’ necessario istituire questa concezione, ossia che l’urbanizzazione non significa fornire ai cittadini ed agli operai migranti qualcosa, come ad esempio l’alloggio, cure mediche ed istruzione - ritenute dai governi come condizioni indispensabili per realizzarne la felicità -, ma bisogna prestare attenzione alle “azioni” che loro stessi compiono per migliorare la propria situazione di vita e bisogna valutare se le istituzioni e le politiche attuali siano o meno da ostacolo a quelli che sono i loro obiettivi.

In altre parole, non bisogna curarsi di quali risultati possano realizzare, ma bisogna focalizzare l’attenzione sul “contesto” in cui agiscono. Se si considera l’urbanizzazione come un “compito” che deve essere realizzato dal governo, non è difficile immaginare che sarà un nuovo “Grande balzo in avanti”. Il suo risultato sarà l’inflazione e questa è il nemico più grande per i giovani e gli operai migranti delle città, che non possiedono beni fissi. Per colpa dell’inflazione, la pressione che subiscono nel crearsi una famiglia è ancora più grande. A subire maggiormente l’inflazione sono, quindi, proprio quei gruppi che hanno più bisogno dell’urbanizzazione. Ciò significa che il principale nemico dell’urbanizzazione è l’urbanizzazione promossa dal governo.

Tradotto da Piero Cellarosi, 05 Aprile 2013